Egregio direttore,
vorrei portare alla Sua attenzione e a quella dei Suoi lettori, il problema relativo alla sistemazione del sagrato della chiesa di Sissa.
Nonostante siano trascorsi quasi due mesi dalle modifiche, non si è ancora spenta la polemica per la selva di paletti che, notte giorno, sono cresciuti davanti alla chiesa alla metà di maggio scorso.
A rinnovare la polemica è stata anche la descrizione del caso comparso sulla Gazzetta di Parma.
“Ora i risultati ci sono: a quanto riferito dal sindaco, le auto rallentano” si leggeva nel sommario dell’articolo dedicato alla questione. Premesso, dichiarano i sissesi, che sulla sicurezza non si discute soprattutto a salvaguardia dei bambini che frequentano l’adiacente oratorio.

Però a memoria non si ricorda di incidenti in quel sito, anche perché il vicolo nel quale ci si immette è talmente stretto che solo un pazzo lo percorrerebbe a alta velocità.
Quello che si contesta è invece l’approccio estetico. Una piantumazione del genere è indecorosa e oltretutto non risolve il problema anzi, per certi versi, i paletti sono mimetizzati col colore dell’asfalto e già un paio sono stati divelti da incauti o sfortunati automobilisti. Soluzioni di maggior decoro si potevano benissimo trovare anche a minor costo, dai cartelli di divieto di sosta a zona a 30 km/h e con vigilanza attiva.
Sarebbero state sufficienti un paio di multe e le abitudini a sostare in spazi vietati sarebbe svanita immediatamente.
TEODAILY
Tra l’altro, nella memoria di molti, c’è ancora una proposta di diversi anni fa che si sarebbe potuta recuperare e adattare alle idee dei due architetti che si sono impegnati per quest’ultima opera che, mi spiace per loro, non resterà nel novero delle belle opere, e non pensiamo che la inseriranno nei loro curriculum.
Ma quello che ha oltremodo indispettito molti è stato anche l’atteggiamento del prelato che, invece del dialogo ha scelto la strada della polemica, dimenticando di porgere l’altra guancia. Un atteggiamento che ha portato a dimostrazioni di protesta silenti: dal trasferimento a seguir messa altrove, sino a un vero e proprio sciopero “sacro santo”.
In conclusione non si creda che questa opinione sia di una parte marginale dei sissesi, basta fare un giro a chiedere.
Lettera Firmata

