Il tema delle difficoltà dell’aeroporto Verdi di Parma è una notizia molto dibattuta nelle ultime settimane.
Abbiamo intervistato il Comitato NoCargo Parma (di cui Annalisa Andreetti è presidente) per conoscere il loro punto di vista sul passato e sul futuro di questa infrastruttura.
Prevedere il futuro non è facile per nessuno, prevedere il futuro dell’aeroporto di Parma ancora di più. Ciò premesso, a vostro parere come andrà a fine la questione?
Più che prevedere il futuro, crediamo sia importante affrontare con oggettività la realtà. La storia degli ultimi 30 anni parla chiaro: il nostro aeroporto ha ragione di esistere solo per un traffico passeggeri di tipo regionale e di servizio per la città. Non esistono margini per uno sviluppo imponente sia perché Parma è collocata in un territorio già molto servito da altri aeroporti più grandi e più efficienti sia perché la pista è chiusa tra le infrastrutture più importanti del Paese.
Quali ritenete siano stati i principali errori di Sogeap in questi anni?
Sulla gestione di Sogeap non esprimiamo giudizi: quando devi correre con una macchina che ha problemi al motore puoi essere anche il pilota migliore al mondo, ma arrivi ultimo.
Nei confronti della città, invece, visto che la proprietà di Sogeap era composta fino all’arrivo del canadesi da parmigiani, le mancanze sono state due: la prima è stata avviare un progetto di sviluppo cargo del tutto sproporzionato rispetto alle dimensioni e ai bisogni reali del territorio; la seconda è stata non coinvolgere realmente cittadini e istituzioni locali in scelte che avrebbero avuto ricadute importanti sulla qualità della vita e sull’ambiente.
E’ mancata trasparenza e una visione sostenibile di lungo periodo.
Se l’Associazione No Cargo fosse stata al posto dell’Unione Parmense degli Industriali quali scelte diverse avrebbe compiuto, e quali compirebbe oggi?
L’Unione Parmense degli Industriali è composta da persone che hanno fatto conoscere la nostra città in tutto il mondo per le sue eccellenze in campo alimentare, farmaceutico, meccanico, ecc., hanno fatto “cose grandi”. Per questo ancora non capiamo, da semplici cittadini quali siamo, come negli anni ’90 abbiano potuto mancare di visione e puntare su un’infrastruttura evidentemente fallimentare, l’aeroporto, piuttosto che sul mezzo del futuro, l’Alta velocità.
Forse ha influenzato la scelta il fatto che in quegli anni tutte le grandi aziende di Parma avevano un aereo privato a disposizione.
Oggi non è più così.
Pertanto, è finalmente arrivata l’occasione per convogliare tutte le energie della città verso progetti di mobilità più sostenibili per il territorio e per la tutela dell’immagine di capitale dell’agroalimentare sano e genuino che contraddistingue il marchio “Parma”.
Ricordiamo che il business plan relativo all’allungamento della pista per gli aerei cargo non è ancora stato ritirato: su carta la città rischia ancora che l’aeroporto cambi radicalmente vocazione. Noi continueremo a muoverci sulla linea della compatibilità ambientale e sociale. Non crediamo che un utilizzo sproporzionato dell’aeroporto, neppure se mascherato da vocazione turistica, sia la soluzione: ciò che chiediamo è proporzionalità e sostenibilità ambientale.
TEODAILY
Che opinione vi siete fatti dei canadesi di Centerline, il socio di maggioranza di Sogeap?
Premesso che di Centerline si fatica ad trovare notizie sulle loro competenze, come ha dimostrato il servizio di MimandaRai3, l’impressione che abbiamo è quella di una realtà finanziaria più interessata a sfruttare un’occasione di investimento che a costruire un percorso realmente condiviso con la comunità. Ci sembra un approccio distante dalle esigenze reali di Parma: noi vogliamo bene alla nostra città, vogliamo continuare a viverci bene.
Quale credete sia oggi il ruolo della vostra associazione?
Posto che la questione cargo non è ancora archiviata, come abbiamo detto il masterplan che prevede l’allungamento della pista è ancora attivo. Continuiamo a essere un osservatorio civico e critico: vogliamo vigilare sulle scelte legate all’aeroporto, mantenere alta l’attenzione pubblica e sostenere alternative più sostenibili. Il nostro obiettivo è che Parma cresca in modo equilibrato, valorizzando ciò che la rende unica senza sacrificare la salute dei cittadini e l’ambiente.
Andrea Marsiletti