“Comune che vai, fisco che trovi”: Parma al 34° posto per pressione fiscale

Presentati a Roma i dati dell’Osservatorio Cna. “Liberazione fiscale” il 5 luglio, con un Total Tax Rate del 51,2%

di Tatiana Cogo

Il Comune di Parma è al 34° posto per pressione fiscale nella classifica nazionale dell’Osservatorio Cna “Comune che vai, fisco che trovi”, presentata a Roma nei giorni scorsi alla presenza del viceministro dell’Economia Maurizio Leo.

Il rapporto offre una fotografia dettagliata del peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in tutta Italia, evidenziando le differenze territoriali e l’evoluzione rispetto agli anni precedenti.

In particolare, nel Comune capoluogo di provincia il Total Tax Rate, ovvero la percentuale del reddito che viene assorbita da tasse, imposte e contributi (statali e locali) è del 51,2%, in lieve calo rispetto agli anni precedenti, sotto la media nazionale (52,3%) e regionale (52%) che vede al 56% Bologna e al 50,4% Reggio Emilia e Faenza.

Per quanto concerne la “liberazione fiscale” (ovvero il giorno in cui l’imprenditore smette di lavorare per pagare il fisco e inizia a produrre reddito), a Parma è il 5 luglio, come a Piacenza, a Reggio Emilia il 4 luglio mentre il fanalino di coda è sempre Bologna, che slitta al 26 luglio. In generale, gli imprenditori parmensi lavorano 187 giorni all’anno per pagare tasse e contributi. All’interno del territorio regionale, insomma, permangono sensibili differenze da città a città, segno che le politiche fiscali locali e la gestione dei servizi pubblici possono incidere in modo significativo.

Il dato di Parma – ha commentato il presidente di Cna Parma Paolo Giuffredi – conferma una situazione leggermente più favorevole rispetto alla media nazionale, ma è necessario continuare a lavorare per ridurre il peso del fisco, attuando politiche coordinate, garantendo maggiore equità e competitività alle imprese, che rappresentano il cuore dell’economia territoriale. Da anni Cna è impegnata con proposte concrete proprio in questa direzione. Il confronto costante con le istituzioni ha dimostrato che, collaborando, è possibile incidere sui provvedimenti, come dimostra anche la Legge delega fiscale. È necessario intervenire sul piano regionale e locale: qui la tassazione si somma a quella nazionale e può diventare decisiva per la sopravvivenza delle imprese. Pensiamo, ad esempio, al tema dei passaggi generazionali e della continuità aziendale: senza incentivi e strumenti adeguati rischiamo di disperdere un patrimonio imprenditoriale fatto di oltre 4 milioni di imprese tra i 10 e i 100 addetti”.

Il 34° posto di Parma sui 114 Comuni analizzati dall’Osservatorio Cna, è il segno di una condizione fiscale comunque competitiva nel panorama nazionale. Dall’indagine, svolta dall’Osservatorio Cna, emergono anche altri dati contabili e strutturali di un’impresa tipo locale: ricavi per 431 mila euro, reddito d’impresa pari a 50 mila euro, con costi significativi destinati al costo del personale di 165 mila euro, costo del venduto di 160 mila euro e altri costi e ammortamenti per 56 mila euro.

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