La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, concordando pienamente con le risultanze investigative prodotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Parma, ha chiesto ed ottenuto, dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale, una misura cautelare a carico di due persone (un lituano di 39 anni e un’ucraina di 44) gravemente indiziati del delitto di rapina.
Trattasi di un’attività d’indagine ricca di riscontri che ha consentito ai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Parma, di ricostruire in tempi rapidi un caso che aveva destato allarme, ovvero una rapina commessa ai danni di un 74enne alla fine dello scorso mese di gennaio.
Il tutto ha inizio quando i Carabinieri della Compagnia di Parma sono intervenuti in centro città a seguito della segnalazione della presenza, sul pavimento dell’androne di un condominio, di un uomo riverso a terra, all’apparenza privo di sensi.
L’uomo, in stato confusionale, veniva trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Parma per le cure del caso.
Ai militari intervenuti, fin da subito – seppure la vittima non fosse in grado di fornire indicazioni su quanto accaduto – appariva evidente che si trattasse di una aggressione e non certo di una caduta accidentale.
Il minuzioso sopralluogo effettuato sulla scena del crimine, le molteplici tracce ematiche repertate, così come il rinvenimento di alcuni oggetti nella zona dell’evento, supportavano la tesi iniziale. Emergeva, altresì, la mancanza del cellulare, del portafoglio e delle chiavi dell’auto del 74enne, tant’è che gli investigatori ipotizzavano che gli autori dell’aggressione, divenuta rapina, potessero essere fuggiti utilizzando l’auto dell’uomo.
Sulla base di tale ipotesi venivano visionate le immagini acquisite dalle telecamere di video sorveglianza, nonché i dati estrapolati dai tabulati di traffico telefonico, che fornivano elementi utili all’identificazione dei presunti responsabili.
Importante è risultato anche il ritrovamento dell’autovettura in un casolare alla periferia di Parma, perché, nelle immediate vicinanze, è stata documentata la presenza dell’odierna indagata.
Con il passare dei giorni e con il graduale miglioramento delle condizioni di salute, la vittima forniva una serie di elementi utili alla ricostruzione degli eventi e all’individuazione della donna, con la quale aveva avuto contatti pochi istanti prima dell’aggressione.
L’identificazione dell’uomo invece è avvenuta grazie allo spirito di osservazione di un carabiniere che, visionando altre immagini acquisite per altro fatto reato, durante le operazioni di fotosegnalamento, riconosceva nell’odierno indagato l’uomo ripreso dai sistemi di video sorveglianza, in località ed in orario prossimo all’aggressione di via Corso Corsi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, valutata la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica che ha concordato con i risultati e i riscontri investigativi prodotti dai Carabinieri, ha ritenuto sussistere la gravità indiziaria in relazione ai fatti di cui alle provvisorie incolpazioni e, in specie, al delitto di rapina aggravata e, sussistendo le esigenze cautelari, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della coppia.
I Carabinieri, a questo punto, hanno rintracciato la coppia, che si trovava a bordo di un convoglio ferroviario in transito dalla stazione ferroviaria di Parma, ed eseguito la misura cautelare emessa dal GIP; i due poi, sono stati tradotti in carcere.
È doveroso rilevare che gli odierni destinatari della misura cautelare sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale, in ossequio al principio della presunzione di innocenza.
Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino

