Alla Biblioteca Civica presentazione del libro “Dialoghi” di Antonio Dragone

di AndreaMarsiletti2

Nell’ambito del progetto “Liberamente Teatro – un’evasione creativa”, realizzato dall’associazione Progetti&Teatro aps in collaborazione con gli Istituti Penitenziari di Parma e con il Sistema Bibliotecario del Comune di Parma (sostenuto da Comune di Parma, Fondazione Cariparma, Chiesi Farmaceutici, con il patrocinio del Coordinamento Nazionale Teatro Carcere e di ANCT Associazione Nazionale Critici Teatrali), verrà presentato al pubblico venerdì 7 novembre, alle ore 18 il libro “Dialoghi” opera prima di Antonio Dragone.

L’appuntamento – che si terrà, ad ingresso libero, presso l’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, spazio multifunzionale recentemente ristrutturato, situato in Vicolo Santa Maria, 5, a Parma – rientra nel programma culturale promosso e condotto dagli artisti Carlo Ferrari e Franca Tragni (anche moderatori dell’incontro letterario di venerdì) in relazione con i detenuti degli Istituti Penitenziari di Parma.

Al fine di sottolineare la forza creativa, nonché il valore resiliente e rieducativo della cultura e dell’arte all’interno delle strutture detentive, si è ritenuto opportuno ospitare la presentazione del libro “Dialoghi” di Antonio Dragone, operatore socio-educativo presso una cooperativa sociale e collaboratore del PUP (Polo Universitario Penitenziario) all’Università di Parma, che in passato ha vissuto in prima persona la difficile esperienza del carcere e che proprio in quegli spazi ha avuto la felice occasione di conoscere e frequentare i laboratori teatrali di Ferrari e Tragni.

Scrive l’autore sul libro “Dialoghi”: «Son trascorsi vent’anni di detenzione e mi chiedo che cosa sia successo, come mai non trovo più ciò che cerco. È come se si fosse imposta una virtuale inversione di marcia, dove ogni giorno assisto a ciò che sto perdendo. Presa di coscienza o esubero di esperienza? Faccio i conti con me stesso, ma il risultato è sempre lo stesso. L’unico vincolo che determina il mio sopravvivere, è quello di continuare ad essere me stesso sempre e comunque, accettando anche il lato più esasperato di me, per aprire un dialogo e capirmi, senza più tradirmi».

Il libro si sviluppa, dunque, come un dialogo ininterrotto, esigente, incalzante, nel quale l’Io che scrive non si risparmia, incontrando e dialogando con le altre parti di sé (“io e l’altro me”), con autori – poeti per lo più – ma anche con virtù e sentimenti. Si scopre così che con tutto e con tutti c’è la possibilità di dialogare. Un viaggio inaspettato dentro una reclusione che oltre ad essere esterna è, prima di tutto, interiore, prigionia dalla quale evadere con lo studio e la conoscenza: letteratura, filosofia, pedagogia, psicologia. E i dialoghi sembrano creare una “mappa morale” nella quale provare a trovare ristoro e libertà.

Il libro di Dragone, pubblicato dal laboratorio di ricerca sociale “Sensibili alle Foglie”, vede una prefazione della giornalista e saggista Gabriella Caramore e una postfazione di Vincenza Pellegrino, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Parma.

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