L’aeroporto di Parma negli ultimi trent’anni ha prodotto ingenti perdite economiche (ripianate anche con soldi pubblici) a fronte di un numero davvero risicato di passeggeri (sempre agli ultimi posti nelle classifiche nazionali).
Nonostante questi pessimi risultati, la Politica della città continua a “vendere” l’aeroporto come infrastruttura strategica per Parma.. Alcuni addirittura per l’Italia.
Nella realtà è un’opera “strategicamente fallimentare” che mette a rischio le opere davvero strategiche per il paese Italia.. Infatti, nella zona di rischio di incidente aereo dell’aeroporto di Parma (in testata di pista), ci sono l’Alta Velocità e l’autostrada A1: con l’aumento del numero dei voli aumenta il rischio incidenti.
Eppure Parma è tra le città più ricche d’Italia per reddito pro capite, la città è cresciuta anche senza l’aeroporto.
Ora che l’aeroporto rischia la chiusura (dopo 70 milioni di perdite c’è da stupirsi?) tutta la politica, tranne rarissime eccezioni, cerca di scaricare sugli altri le “colpe” e cerca soldi pubblici da elargire.
In Regione Emilia-Romagna chi sta all’opposizione vuole che i soldi li tiri fuori il Comune di Parma o la Regione, chi sta in maggioranza vuole che i soldi li tiri fuori lo stato.
† Il prologo del Vangelo secondo Andrea (di Andrea Marsiletti)
Tutti dimenticano che i soldi sono sempre i nostri e che le leggi europee vietano gli aiuti di stato agli aeroporti che nel raggio di 100 km hanno un altro aeroporto. Parma ha Bologna, Linate, Bergamo, Verona.
Se chi ha governato la città negli ultimi 30 anni avesse pensato non agli interessi di pochi ma al futuro della città e dei suoi cittadini e se chi è stato all’opposizione non fosse stato “zitto”, oggi Parma sarebbe dotata di quelle infrastrutture che risultano davvero efficienti e sostenibili e di cui si sente realmente la mancanza: fermata dell’alta velocità e completamento raddoppio Pontremolese.
La speranza è che la città si svegli e si comincino a fare le scelte giuste.
Associazione Nocargoparma

