
Il gruppo Vignali Sindaco, con il prezioso aiuto della associazioni Vivi Parma e L’Oltretorrente Rinasce, a distanza di un anno ha aggiornato la mappa dei negozi sfitti nei due quartieri cardine di Parma. Un lavoro minuzioso e dettagliato che ci restituisce una fotografia ancora più preoccupante, rispetto a quella già molto critica dell’anno scorso, della situazione in cui versano queste due zone.
“Da questa mappa, dichiara Vignali, emerge un quadro molto fosco, prevedibile in termini generali ma non nei numeri, che parlano di 344 negozi sfitti (senza considerare i borghetti dell’Oltretorrente): 238 nel centro storico (rispetto ai 203 dello scorso anno) e 106 nell’Oltretorrente”.
Per quanto riguarda il centro storico, colpisce sicuramente la crisi di alcune strade come Via Garibaldi con 22 negozi sfitti (con una crescita di 7 negozi sfitti in più) a cui si aggiungono 5 negozi sfitti in più nella piccola via Borghesi cosi come 3 in più in via Pietro Giordani e 2 in più in borgo Guazzo.
Ma non sono indenni nemmeno i salotti buoni di Parma: Via Melloni e la contigua borgo del Parmigianino perdono altri 3 negozi cosi come la centralissima Via Farini che ad oggi conta ben 7 negozi sfitti. Male anche Via XXII Luglio e Borgo Giacomo Tommasini rispettivamente con un totale di 12 negozi sfitti (+ 5 rispetto al 2024) e 9 serrande abbassate (+ 4 rispetto allo scorso anno).
Parlando di Via Mazzini, la situazione è ancora peggio. Sono ormai ben 11 (se consideriamo la prossima chiusura di Passerini) contro gli otto dell’anno scorso, a cui si aggiungono altre 26 vetrine serrate nei borghi che attraversano la stessa Via Mazzini ( solo per citarne alcune parliamo di Via Goldoni, Borgo Paggeria, Borgo della Cavallerizza).
L’unica via che resta indenne è il primo tratto di via Repubblica ricordando però che l’intera via conta ben 17 negozi sfitti.
Per quanto riguarda l’Oltretorrente colpiscono le 40 serrande abbassate in Via Bixio (in crescita rispetto allo scorso anno), completamente desertificata nel tragitto da Piazzale Corridoni a Via Costituente dove ormai il commercio sembra clinicamente morto. Diciotto i negozi persi da Via d’Azeglio , quattordici quelli in Via Imbriani, sempre più abbandonata al degrado.
“La desertificazione è una strage silenziosa figlia di più fattori” – spiega Vignali – “paghiamo un ritardo su svariati piani. In primis, il regolamento del commercio nel centro è rimasto in un primo momento nel cassetto per più di un anno, poi è stato annacquato con modifiche che lo hanno snaturato e indebolito e ancora oggi non viene applicato proprio nella parte che riguarda i negozi sfitti che prevedeva una serie di misure. Basta girare per la città per notare come non vengano, ad esempio, tenute pulite le vetrine e gli spazi tra serrande e vetri.
Certo è” – chiosa Vignali – “che questa situazione è anche figlia di errori e mancanza di politiche adeguate per il traffico veicolare, per i parcheggi e l’accessibilità in generale, oltre al trasporto pubblico. Manca un piano parcheggi di struttura per il centro storico e gli scambiatori sono abbandonati e non collegati con il centro con le navette cosi come non è stata ripristinata la navetta dell’oltretorente tolta alcuni anni fa. Le uniche sperimentazione fatte come la navetta Pdays e week bus sono drammaticamente fallite cosi come non hanno funzionato gli inutili e dannosi Pdays. Per non dimenticare la sicurezza, che sappiamo essere il principale problema lamentato dai commercianti, insieme al decoro, ormai sommerso da masse di rifiuti e disordine, e la totale assenza di politica di rigenerazione urbana e commerciale degli assi principali.
In passato avevo già sollevato il fatto che i progetti per la riqualificazione delle vie del centro finanziati con le risorse introitate negli ultimi quattro anni per l’insediamento di medie Superfici di Vendita fossero fermi, rimasti nel cassetto per anni: per Via Repubblica, Via Cavour e Via XXII Luglio tutto tace e solamente dopo mie sollecitazioni e interrogazioni è partito il micro progetto di Borgo Antini. Ma non sono state impegnate le risorse presenti a bilancio da più di tre anni, tre anni nei quali il centro si è spento gradualmente mentre urgeva investire in rinnovamento, abbellimento, incremento di illuminazione per microdistretti commerciali all’interno del centro storico e dei quartieri. Politiche che avevo inserito in due articolate mozioni che ho presentato in sede di approvazione di bilancio e che la maggioranza non ha colpevolmente voluto approvare. Mancano politiche fiscali e incentivi per neo imprenditorialità cosi come investimenti per attrattori commerciali come avevamo fatto per Zara e Feltrinelli cosi come non sono più stati ripristinati i centri commerciali naturali e la figura di un city manager.