Brandini, Cantoni, Castria, Pinardi: “Il completamento degli ultimi 80 km della TIBRE è assolutamente indispensabile”

di UG

Siamo sicuri che la quarta corsia in A1, nel tratto parmense fino a Modena risolva il problema del traffico e dell’inquinamento atmosferico?  Su quali dati si fonda questa ipotesi?

Alcuni mesi fa qualcuno scriveva sulle pagine della Gazzetta di Parma che la classe politica locale è ammalata di “annuncite”, in quanto numerose sono le opere annunciate per soddisfare la pancia degli elettori, ma di concreto non c’è nulla. 

Molto meglio agivano i partiti e gli amministratori di qualche tempo fa che organizzavano convegni, approfondivano le tematiche e pianificavano con la vista lunga: l’autostrada Parma-Mare, la Pedemontana, la Fondovalle in Valtaro sono figlie di quella stagione. 

In verità di progetti strategici per il nostro territorio, dei quali si è dibattuto per anni, ma ancora fermi “al palo” e da portare a compimento, ce ne sono ancora. La Pedemontana da completare dal Ponte Montanini (Collecchio) fino all’ospedale di Vaio verso ovest e fino almeno alla tangenziale di Felino verso est. La Cispadana dal reggiano fino a Sissa Trecasali – a partire dal nuovo ponte sull’Enza per risolvere celermente il congestionamento di Sorbolo. 
Strategico poi completare l’Autocisa fino a Nogarole Rocca (raccordandosi con l’Autobrennero) con un nuovo ponte sul Po, tanto più necessario visto lo stato dei ponti che collegano la parte emiliana con la Lombardia, come chiedono i presidenti delle quattro province interessate e ben 27 parlamentari del territorio.

In un anno, nel tratto Pontetaro-La Spezia e viceversa, si compiono 850 milioni di km. Corrispondono a 4 milioni di autoveicoli che transitano nei 115 km che collegano i caselli. Una quantità di traffico che in gran parte proviene e si riversa sulla A1. 

I crudi numeri ci dicono, quindi, che per ridurre il traffico sulla A1, fluidificare la circolazione degli autoveicoli, ridurre di circa 50 minuti il tragitto La Spezia-Brennero ed abbassare così le emissioni inquinanti nel tratto parmense attraversato dall’A1, il completamento degli ultimi 80 km circa della TIBRE è assolutamente indispensabile.

Il progetto di tale infrastruttura viaria è attuale sebbene sia stato pianificato cinquant’anni fa. Proponendo la quarta corsia dell’A1, i rappresentanti della politica parmense, in particolare quelli della Lega, di fatto remano inconsapevolmente contro gli interessi di Parma. Sono, peraltro, in buona compagnia perché anche il PD pare seguirli. 
Poche settimane fa gli esponenti di Lega Modena, con il capogruppo Alberto Bosi, hanno riacceso i riflettori sulla necessità di infrastrutture promesse e mai realizzate, in particolare rilanciando l’autostrada Modena-Lucca che costituirebbe il prolungamento della bretella Campogalliano-Sassuolo, collegamento indispensabile per la ripresa e lo sviluppo del tessuto economico modenese, anch’esso in sospeso da tempo dicono.

Abbiamo bisogno di queste opere” ha affermato Bosi. “L’asse Tirreno/Brennero darebbe sbocco a tutte le merci provenienti da e in direzione del Nord Europa, verso i grandi porti del Tirreno come ad esempio Livorno e Genova, e naturalmente ne trarrebbe giovamento anche il nostro Appennino (quello modenese)”. 

A Modena, quindi, la politica si muove, mentre a Parma sulla TIBRE risultano esservi visioni diverse, in alcuni casi contrapposte, e ci si lascia abbagliare dalla quarta corsia che rischia di risultare uno specchietto per le allodole.
Intanto, in assenza di progetti avanzati i tempi sarebbero quantomeno lunghissimi, mentre per rendere appaltabile il completamento della Fontevivo-Nogarole Rocca basterebbero mesi, atteso che la Valutazione di Impatto Ambientale è stata esperita, che il progetto ha già ottenuto l’Ok del CIPE e che il primo tronco (fino a Trecasali) è quasi concluso.

Auspichiamo, pertanto, che si eviti di lasciare il certo (in termini di fattibilità) che, peraltro, interessa un ampio bacino territoriale (sia tirrenico – La Spezia e Massa-Carrara – che padano – Piacenza, Parma, Cremona, Mantova, parte del Bergamasco e Verona) per l’incerto, considerato che nessuno si è posto il quesito circa il rapporto costi-benefici (e, quindi, la reale fattibilità) della 4^ corsia A1: sussistono le condizioni per allargare in sicurezza verso l’esterno anche la corsia nord – che scorre quasi interamente a fianco dell’Alta Velocità, od occorrerebbe effettuare tutto l’ampliamento a sud, con costi e disagi da cantierizzazione immani per anni ed anni? quanti viadotti appena realizzati occorrerebbe abbattere e ricostruire? si ridurrebbe l’inquinamento? e, soprattutto: a parte fluidificare il traffico (risultato che anche la TIBRE in larga parte garantirebbe) quali altri obiettivi strategici in termini di logistica e, quindi, di competitività del nostro territorio verrebbero perseguiti – dato che la lunghezza dei collegamenti ed i territori serviti rimarrebbero gli stessi di oggi senza alcun apprezzabile miglioramento?

Alla luce delle considerazioni di cui sopra proponiamo che tutte le forze rappresentative dell’economia parmense e tutte le istituzioni del territorio, oltre che della politica, si pronuncino senza se e senza ma a favore del completamento del raccordo Autocisa-Autobrennero, demandando a dopo le necessarie valutazioni e gli approfondimenti tecnico – economici, ogni valutazione in merito alla realizzazione o meno  della quarta corsia dell’Autostrada A1.   

Serena Brandini 
Gianpaolo Cantoni
Francesco Castria 
Massimo Pinardi 

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