
In aprile 2023 il Gruppo regionale del PD ha depositato una risoluzione, di cui Mumolo è il primo firmatario, che chiede alla giunta regionale di impegnarsi ad elaborare le modifiche normative necessarie a contrastare criteri discriminatori nell’assegnazione degli alloggi ERP, utilizzati da alcuni comuni della regione.
“Nella nostra regione, in alcuni comuni, si è verificato un utilizzo improprio dei regolamenti comunali in materia di accesso all’edilizia residenziale pubblica (ERP), che ha creato disparità di trattamento tra i richiedenti e sconsigliato la domanda di accesso agli alloggi ERP a molti giovani emiliano-romagnoli. In particolare, l’assegnazione di punteggi favorisce il requisito della residenza storica rispetto ai criteri di valutazione più rilevanti per la situazione di bisogno, come il reddito o la gravità del disagio abitativo. Questa situazione non solo crea ingiustizie, ma limita anche l’accesso all’abitazione e all’opportunità di lavoro per i giovani che non risiedono da molti anni in un luogo, creando una barriera all’inclusione sociale e lavorativa” – dichiara il consigliere Mumolo.
“Il fabbisogno abitativo rappresenta una delle emergenze che affligge molti nuclei familiari del territorio regionale, in particolare nelle fasce economicamente più deboli. La delibera proposta dalla Giunta regionale, che andrà discussa e approvata in Assemblea legislativa, porterà a una revisione ed adeguamento dei regolamenti comunali per garantire un accesso equo e giusto agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, senza discriminazioni o disparità di trattamento tra i richiedenti, con la giusta valorizzazione della residenza storica stabilità nella nostra legge regionale in tre anni. – continua Mumolo – Verrà così garantitauna maggiore inclusione sociale e lavorativa, nonché un’effettiva tutela dei diritti di tutti i cittadini.”
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“Sul tema in questione, non accettiamo lezioni dalla Lega e dalle sue amministrazioni che sono state ripetutamente riprese e condannate dai Tribunali, con aggravio di procedure e costi per le stesse amministrazioni, che rappresentano veri e propri sprechi. Queste amministrazioni hanno commesso l’errore di sovrastimare il criterio della residenza, trascurando altri aspetti cruciali legati al reale bisogno delle persone, come la disabilità, le condizioni economiche precarie o la situazione abitativa disagiata – dichiara Mumolo – Con l’approvazione di questa delibera, la Regione rispristina la legalità nel nostro territorio accogliendo le sentenze della Corte Costituzionale come le n. 40/2011, 2/2013, 133/2013, 172/2013, 107/2018, 44/2020 e da ultimo la sentenza n. 145 anno 2023, che dimostrano che la premialità data alla residenzialità è una distonia e che la residenza storica non dovrebbe essere un criterio determinante nell’assegnazione degli alloggi pubblici.”
Il consigliere Mumolo conclude dichiarando che “In merito, occorre precisare che alcuni Comuni, compreso il Comune di Ferrara, sono stati condannati dai Tribunali per aver abusato della premialità data alla residenza storica, oltre al limite previsto dalla legge regionale dei tre anni. Il Tribunale di Ferrara ha dichiarato discriminatorio il regolamento del Comune rispetto al punteggio dedicato alla residenzialità storica, in quanto risultava ‘preponderante rispetto ai requisiti indicativi di uno stato di bisogno abitativo’. Ci stupisce il fatto che il Sindaco di Ferrara, dopo aver dovuto adeguarsi alla sentenza del Tribunale, critichi la decisione della Regione di fare chiarezza e dare indicazioni per evitare ai Comuni di incorrere nello stesso errore commesso dal Sindaco.
In questo momento di grave crisi abitativa e di povertà crescente, bisogna investire ogni risorsa disponibile nel sostegno all’affitto e nell’aumentare il numero di alloggi disponibili, invece di concentrarsi, come fa la Lega, su misure discriminatorie, perdendo tempo e risorse. La demagogia ha un prezzo alto, e lo pagano i cittadini”.
Stefania Minghini Azzarello – Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Gruppo Partito Democratico