Lavagetto: “Classi ghetto? Inutili gli interventi una tantum sulle scuole”

SMA MODENA
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La proposta del Comune di Parma di accorpare la scuola Adorni alla San VItale – Fra Salimbene come soluzione per risolvere la questione delle cosiddette classi ghetto non appare il modo corretto per affrontare il problema.

Per comprendere i motivi della sicura inefficacia di questo provvedimento, basta leggere i dati della distribuzione dei cittadini stranieri in città e soprattutto dell’incidenza di questa popolazione sui futuri obbligati scolastici totali.

Da questi risulta che se al 2015 i nati stranieri a Parma sono stati il 28,5% del totale delle nascite, questa percentuale è stata del 30,2% in Parma centro, del 39,2 % al Pablo e del 35,9% in S.Leonardo per arrivare nel 2016 nei tre quartieri rispettivamente al 38, 40,5 e 40,8. Viceversa, ad esempio in Golese la percentuale è stata del 15,2% nel 2015 e del 20,6% nel 2016, così come in Cittadella è stata del 17,4% nel 2015 e del 18% nel 2016

Questa alta concentrazione è dovuta ad alcuni fattori di contesto, cioè esterni alla scuola, che hanno conseguenze dirette sulla formazione delle classi. Per i primi tre ordini di scuola (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) le ragioni che creano la concentrazione nelle classi sono principalmente legate all’occupazione dei genitori, alla residenzialità e alle situazioni economico-sociali del territorio.

La concentrazione di bambini di origine straniera in una classe, definita come “classe ghetto”, si crea anche per effetto di altri fattori. Uno di questi fattori è connesso ai ricongiungimenti familiari: uno dei due genitori si riunisce al coniuge in Italia portando con sé i figli.

Vanno considerati ed affrontati il fattore abitativo, sociale, urbanistico e territoriale che contribuiscono in maniera rilevante alla formazione delle classi etniche. Su questi fattori è necessario un intervento tempestivo e ragionato dell’ente locale sulle proprie politiche in questi ambiti al fine di promuovere la “mixitè” socio-culturale nelle diverse zone della città. Non è più proponibile un modello di città, in cui sono presenti quartieri ghetto, composti da ceti socio-culturali svantaggiati, luoghi in cui la segregazione scolare contribuisce alla riproduzione di marginalità sociale e di discriminazione delle persone, dove le nuove generazioni, figli di immigrati, stentano a trovare una collocazione sociale e simbolica nel paese in cui sono nati.

In Italia i Comuni in cui si è applicato questo tipo di intervento, pur essendo tra le prime città con un’elevata percentuale di alunni stranieri, hanno un numero molto basso di scuole con un’alta incidenza di immigrati.

La costituzione di classi “separate” di stranieri, qualsiasi sia la motivazione che ne sta alla base, rappresenta una scelta che può avere delle gravi ripercussioni sulle nuove generazioni di cittadini poiché non solo riproduce la separazione sociale, ma contribuisce anche al rafforzamento negli italiani dell’etnocentrismo, della paura e del senso di invasione.

Giampaolo Lavagetto, ex assessore Politiche scolastiche Comune di Parma