L’undicesima giornata si è chiusa con la coda velenosa del match Milan Juve. La superiorità bianconera, in goal dopo pochi minuti con un’azione che ha coinvolto Alex Sandro finalizzata da una zuccata di Mandzukic, sembrava il prologo per una cavalcata trionfale. Il Milan sembrava poca cosa e le assenze aumentavano la sensazione che le grandi partite a cavallo degli anni novanta inizio millennio, fossero un lontano ricordo.
Eppure non è andata così, il match è rimasto in bilico più per colpe della squadra di Torino che per meriti dei rossoneri.
La lezione della partita contro il Manchester United sembrava non essere andata a memoria come ha dimostrato l’inizio della ripresa in cui il Milan sembrava aver tirato fuori dallo spogliatoio qualcosa di simile a un forcone. Proprio in un rimpallo in area il pallone schizza veloce sul braccio di Benatia, il Var vede quello che sfugge all’arbitro che dopo la visione del monitor si dirige sul dischetto.
Higuain strappa il pallone e fa chiaramente capire che non accetterà nessuna variazione sul tema: il rigore l’ho cionquistato io e lo tiro io. Quale occasione più ghiotta per far ripensare i dirigenti bianconeri?
Ma si sa, seppure ‘non è da questi particolari che si giudica un giocatore’ Higuain soffre di un’ansia che non di rado gli annebbia la vista. Il tiro è angolatissimo ma non particolarmente veloce, il pallone rimbalza due tre volte prima di essere deviato dall’ottimo Szczesny sul palo.
La partita ristagna a centrocampo fino a quando un fallo di Higuain, ancora lui, viene sanzionato con l’ammonizione. L’argentino deluso dal suo errore precedente perde la testa.
L’espulsione chiude il capitolo della partita consegnando alla Juve la possibilità di chiudere la questione cosa che avviene nbel finale con un goal di CR7 – alla sua prima rete assoluta nello stadio di Milano. A fine partita si presenta un Higuain dimesso e pentito davanti ai microfoni sperando di ammorbidire la sua posizione.
La Juve fa così il record assoluto di punti, ne ha lasciati solo due per strada e pochi altri ne lascerà. La lotta interessa così le posizioni di rincalzo con il Napoli vincente nella ‘piscina’ di Marassi – il calendario fitto ha sconsigliato una sospensione – con un Fabian Ruiz in grande spolvero e un’Inter che crolla a Bergamo. Il 4-1 è un risultato che rispecchia l’andamento della partita, riaperta da un fallo di mano Mancini. L’Inter ricade nel vecchio vizio dell’affidabilità allontanandosi non solo dalla Juve ma anche dal Napoli.
La Lazio, pareggio giusto e divertente al Mapei Stadium, il citato Milan e la Roma lottano per gli altri posti in Champions. È proprio l’affidabilità che farà la differenza tra chi centrerà gli obiettivi e chi fallirà.
Indietro, ottima prova del Parma a Torino, per la seconda volta in questo campionato la vittoria arriva fuori casa in un campo difficile alle ore 15 dell’anticipo di sabato, la volta precedente fu sbancato il Meazza sponda neroazzurra. Forse conviene che i dirigenti gialloblu facciano richiesta alla federazione per poter giocare sempre a quell’ora.
La classifica arride ai ducali che stanno continuando a mettere in cascina punti decisivi per la lotta per la salvezza. Se non si perde la testa, le possibilità di salvarsi sono molto alte a scorno di altre squadre che obiettivamente stanno facendo un campionato deludente.
La serie A prende un turno di riposo e lascia il testimone alla nazionale, prima del rush finale che la porterà fino alla sospensione di gennaio.
Alla prossima.
Gianni Bandiera

