Diesel Euro 5, Fiazza (Lega): “La sinistra fa pagare le conseguenze ai cittadini”

SMA MODENA

“L’assessore Priolo si è limitata a ricordare gli accordi più recenti con il Governo, evitando accuratamente di dire se la Regione intenda o meno sostenere il posticipo del blocco dei diesel Euro 5. Un atteggiamento deludente, che conferma come la Giunta sia ostaggio della contrapposizione tra il Governo nazionale di centrodestra e una Regione a guida centrosinistra. E intanto, chi ha un’auto Euro 5 e non può permettersi di cambiarla subisce le conseguenze di decisioni calate dall’alto, prese senza ascoltare la realtà”.

Così Tommaso Fiazza, capogruppo della Lega in Regione Emilia-Romagna, dopo la risposta all’interrogazione presentata questa mattina in Aula.

“L’Emilia-Romagna è stata la prima Regione, già dal 2017, ad adottare misure restrittive più severe rispetto al resto del Paese. E fu proprio un Governo PD, con un ministro dell’Ambiente dello stesso partito, a spingere le altre Regioni del Nord ad adeguarsi. Oggi però il PD fa finta di dimenticare tutto, chiedendo al Governo incentivi che, nella pratica, non bastano a nessuno”.

“Perché la verità è semplice: chi ha acquistato un veicolo Euro 5 ha spesso fatto sacrifici, e ora si trova a dover sostituire un’auto ancora perfettamente funzionante. Un bonus non risolve il problema, perché la parte più consistente del costo resta sulle spalle del cittadino. E mentre si colpiscono le auto private, si ignora che la quota maggiore di inquinamento veicolare proviene da autostrade, traffico pesante e mezzi pubblici”.



“In più – e questo va detto con chiarezza – l’impatto ambientale del blocco dei diesel Euro 5 è minimo. Lo dicono i dati elaborati dalla Regione stessa a sostegno del Piano Aria. È una misura ideologica, non efficace. Eppure, la Regione si è detta non interessata a rivederla, anzi ha sollecitato anche le amministrazioni locali non ricomprese nelle limitazioni ad aderire “volontariamente” alle stesse con il risultato che oggi il divieto di circolazione agli euro 5 non si limita ai comuni maggiori a 30mila abitanti, come nelle regioni limitrofe, ma si estende alla quasi totalità dei comuni emiliano romagnoli.

“La Lega ha presentato una proposta concreta e ragionevole: posticipare di un anno il divieto, come già chiesto da Lombardia, Veneto e Piemonte, e introdurre misure alternative realmente utili come l’efficientamento energetico degli edifici o l’incremento del verde urbano. È questo il senso dell’emendamento presentato da Riccardo Molinari e sottoscritto da Laura Cavandoli, che abbiamo chiesto alla Regione di sostenere. Ma anche questa richiesta è rimasta inascoltata”.

“Si poteva scegliere il buonsenso. Invece si è scelta ancora una volta l’ideologia. E a pagarne il prezzo saranno lavoratori, pensionati, famiglie: gente normale, che si sposta per necessità e non per piacere”.