
“La discarica di Viarolo è da circa 60 anni una ferita ambientale per il parmense. Nonostante la Regione Emilia-Romagna nel 2013 abbia stanziato oltre 300mila euro per interventi di difesa spondale, oggi, a causa dell’erosione dell’argine del fiume Taro, i rifiuti vengono trascinati e rilasciati lungo i territori circostanti, causando un grave rischio ambientale e sanitario”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta per chiedere chiarezza sulle responsabilità e sui tempi di intervento per la messa in sicurezza dell’area.
“L’area golenale inizialmente era una discarica ufficiosa. Solo nel 1976 l’Amnu, l’ex Azienda Municipalizzata Nettezza Urbana di Parma, rese comunale la zona di scarico, ufficializzando la sua funzione ma lasciando immutato il sotterramento selvaggio di materiale, rifiuti solidi urbani, proveniente non solo da Parma e provincia, ma anche dai comuni lombardi a ridosso di Casalmaggiore” ripercorre la storia Bocchi, ricordando come la superficie abbia un’estensione di circa 6,7 chilometri quadrati ricompresi nei territori dei Comuni di Parma, Fontanellato, Fontevivo, Trecasali e San Secondo Parmense.
“Nel maggio 2013 la Regione concesse al Comune di Parma, competente per la bonifica della quasi totalità dell’area inquinata, un finanziamento a totale copertura delle spese previste per l’intervento di messa in sicurezza. Ma negli ultimi anni il Taro ha eroso l’argine nell’area della discarica e subìto una deviazione del proprio corso. Le sue acque trascinano quindi a valle varie tipologie di rifiuti che si vanno a depositare nei territori dei comuni di San Secondo, Sissa, Trecasali e Roccabianca” ha aggiunto Bocchi, sottolineando come Legambiente, cittadini e amministrazioni locali abbiano più volte segnalato la criticità.
“Lo scorso 30 maggio, stando a notizie di stampa, in Regione si sarebbe svolta una riunione con gli amministratori dei comuni interessati per definire la messa in sicurezza dell’area. Ma occorre sapere con chiarezza chi deve intervenire e come si intenda procedere. Di qui il mio atto ispettivo per conoscere quali azioni concrete intenda adottare il Comune di Parma, se competente, per risolvere questa emergenza, se la Regione sia disposta a partecipare finanziariamente agli interventi e quali decisioni o considerazioni siano emersi dall’incontro. Non è più tollerabile che un’area carica di rifiuti da oltre 60 anni continui a riversare materiali inquinanti nel Taro e nei territori limitrofi, con conseguenze gravissime per l’ambiente e la salute dei cittadini. Mi aspetto che la Giunta fornisca risposte chiare e immediate e si attivi con interventi risolutivi per la tutela dell’ambiente e la sicurezza delle comunità coinvolte” conclude Bocchi.