
Parlare di Elvis Presley è come parlare di un vecchio amico, di una persona che adori da una vita, quasi a un membro della propria famiglia, questo perché è entrato nell’immaginario collettivo di tantissime persone, un’icona inarrivabile certamente, ma la più amata di sempre.
Personalmente ascolto Elvis fin da quando ero un ragazzo, con il suo trascinante rockabilly quella miscela esplosiva di Rhythm and Blues e di Hillbilly, quella miscela in cuiin cui la musica bianca incontra e si fonde a quella di colore,colore, che dara’ che ha dato vita appunto alla musica più trascinante di sempre, ritmi selvaggi, quasi febbrili di pose e movimenti sessuali che contagia al primo ascolto. Bagliori di questo genere musicale seppur seminale si potevano già ascoltare, intorno alla metà degli anni 40, per opera di artisti cosiddetti Hillbilly Boogie come i Delmore Brothers , Merle Travis, Bill Haley, Moon Mullican e tanti altri, tutti permeati da quel suono country, mescolato con la black music, grazie anche alla connotazione geografica stessa, perché negli stati del sud, bianchi e neri erano già a stretto contatto, e la fusione musicale era inevitabile.
L’ Elvis degli anni 50, non ha cambiato la società americana, non era né un attivista, né un cantante di protesta, ma a modo suo ha inconsapevolmente scardinato il sistema a cui apparteneva. Grazie alle sue movenze, sarà denominato con il soprannome di Elvis The Pelvis, proprio per questa sua caratteristica nel muoversi, disinibendo i teenagers dell’epoca, e creando non pochi problemi di ordine pubblico durante i suoi concerti.
Ma come ha potuto un semplice ragazzo di campagna creare tanto scalpore? Semplice l’America aveva bisogno di quella scintilla per far partire il motore del rinnovamento sociale e di costume, e quel motore si chiamava Elvis Presley.
In quegli anni, il mondo degli adolescenti e quello degli adulti erano sempre più distanti. Se per i primi, Elvis è visto come un’icona sexy, per gestualità e movenze, per il mondo “adulto” è visto con enorme preoccupazione e sgomento, perché c’era la paura che intaccasse la loro “normalità”. A quel punto la strada del rockabilly era aperta, anche se ancora largamente legata alla country music, e quindi a un pubblico bianco. La parola d’ordine per far esplodere questo genere musicale in tutto il mondo doveva essere rock n’ roll. Una semplice parola che però univa i bianchi e i neri in egual misura. Ma a proposito di musica, voglio proporre questo album Elvis at Sun: qui vi sono racchiusi tutti i singoli per la Sun Records, del 1954-1955 anche se in precedenza questi singoli, erano già stati ristampati su altre raccolte, tra cui anche il box set di 5 cd “The King of Rock ‘n’Roll: The Complete 50’s Masters in cui sono contenute tutte le registrazioni Sun Records e RCA degli anni 50.
Con questo Elvis at Sun edito dalla BMG Heritage del 2004 troverete il seme rockabilly appena piantato da Elvis. Imperdibile.
Gli anni del Rockrock ‘n’ Roll erano gli anni del cambiamento, selvaggi e ribelli, dei tanti hot rods e delle corse sfrenate in auto; quindi, si può affermare che se prima era un mondo fatto per gli adulti, con l’arrivo del nascente rock, il giovane improvvisamente diventò il centro del mondo. E quindi non posso che dire buon Rock ‘n’ Roll a tutti i miei lettori.
Andrea Barbieri (Dj Honkytonk Man)