La pioggia non ha fermato nessuno, e questo dice tutto. In via Setti, sotto gli ombrelli, c’erano famiglie, anziani, ragazzi, residenti del quartiere Colombo e anche noi amministratori. Nessuno è venuto per fare passerella: la gente è scesa in strada perché, in mezzo alle loro case, un terreno agricolo di pregio sta per essere trasformato in un parco fotovoltaico con impianti a terra, senza alcuna relazione con la zona, dove c’è anche un asilo nido comunale”.
Così Laura Cavandoli, capogruppo della Lega, dopo la partecipatissima mobilitazione di ieri in via Setti.
“È stata una protesta vera fatta di persone che qui vivono tutti i giorni e che si ritrovano a dover difendere un pezzo di città che dovrebbe essere protetto, non sacrificato per permettere di realizzare gli interessi economici di chi obbedisce ai diktat del green deal.

Davanti ai cittadini intervenuti, la Cavandoli ha ribadito che gli errori istituzionali sono stati due, “e non derivano certo dai cittadini che non sono mai stati coinvolti: il tutto per applicazione di una normativa europea che ha imposto percentuali di energie rinnovabili non sostenibili dal nostro paese e che ha aperto alle speculazioni sulla pelle dei cittadini e dei nostri territori. La normativa nazionale attuativa prevedeva una pianificazione regionale, che non è arrivata e nel frattempo il Tar Lazio ha bloccato tutto lasciando un vuoto normativo dove oggi tutto è possibile. Il secondo è la scelta del Comune di Parma di dare parere favorevole senza sollevare alcuna criticità, nonostante la vicinanza alle case, la presenza di un nido di infanzia, la natura agricola dell’area e la vicinanza a una unità produttiva e non a un complesso industriale. Ho presentato ben due interrogazioni, una a giugno e l’altra a fine agosto, ma l’iter è proseguito come se nulla fossa, addirittura il Comune ha deciso di accogliere una osservazione al Pug che ha privato l’amministrazione di un potere di controllo di pianificazione sulle nuove aree fotovoltaiche”.
Per la Lega, presente alla manifestazione con il segretario di sezione, Paola Zanichelli e con Emiliano Occhi, geologo e membro del direttivo, Andrea Pezzolla, responsabile organizzativo e Giovanni Balestrieri, da sempre al fianco degli abitanti del quartiere, la protesta è un messaggio chiaro: “La comunità non vuole un parco fotovoltaico in mezzo alle abitazioni, e ha pieno diritto di dirlo e di manifestare oggi e in futuro. Le fonti rinnovabili devono svolgere una funzione coerente con l’ambiente in cui vengono inserite, non possono rappresentare una scorciatoia per operazioni speculative. Qui non c’è autoconsumo, non c’è un progetto di territorio, non c’è un beneficio per il quartiere: c’è solo un impianto destinato a produrre energia da vendere e che a fine vita, dovrà essere smaltito”.
“La voce di via Setti è arrivata forte e unita e così sarà anche in futuro perchè sia chiaro che i residenti non vogliono questo impianto sotto le loro finestre e vogliono essere ascoltati prima che sia troppo tardi”.


