Froneri, lo storico sito dei gelati di Parma ha chiuso i battenti. I commenti della Cgil e di Orlando

SMA MODENA
lombatti_mar24

Lo storico sito dei gelati di Parma chiude definitivamente i battenti ed abbandona la nostra città.

Dopo la chiusura dello stabilimento di via Bernini 43, già sede della storica azienda parmigiana dei gelati (prima Tanara, Italgel, poi Nestlè e infine Froneri), avvenuta nel dicembre 2017, in questi giorni l’azienda ha avviato la procedura per il licenziamento dei restanti cinquanta impiegati ancora operanti su Parma.

Con questa atto si mette per sempre fine alla gloriosa storia del gelato industriale a Parma, tutte le attività veranno delocalizzate in modo definitivo sui siti di Frosinone e Rieti e i 50 impiegati che operavano ancora su Parma verranno si troveranno senza lavoro.

È certamente un epilogo al quale nessuno avrebbe voluto assistere, oltre alla delocalizzazione delle produzioni ed ora delle attività amministrative il territorio perde un altro importante presidio produttivo ed umano che aveva creato una centralità industriale di prim’ordine. Con la formalizzazione del licenziamento degli ultimi 50 impiegati si completa quella perdita occupazionale che ha segnato profondamente il territorio: pur riconoscendo a questi lavoratori alte professionalità, infatti, le opportunità di una loro riqualificazione sono molto esigue, anche in considerazione della loro età anagrafica.

Per ricercare soluzioni a questa ennesima infausta decisione, il sindacato di categoria, di concerto con le istituzioni, ha attivato un tavolo di confronto nella speranza di non disperdere un importante patrimonio di competenze oltre che umano.

Cgil Parma


Il deputato Andrea Orlando esprime la propria solidarietà e la massima vicinanza ai 50 impiegati di Parma che la Froneri ha deciso di licenziare in modo unilaterale smantellando definitivamente lo storico presidio sul territorio emiliano.

Secondo il deputato del PD si tratta di una scelta miope e scriteriata che cancella, in un sol colpo, 60 anni di storia del gelato industriale di Parma in barba persino agli impegni pubblicamente assunti, in tempi piuttosto recenti, dall’azienda stessa e dal suo management.

“Questa vicenda, insieme con quella di Parmalat, dimostra – afferma l’on. Orlando – come le politiche industriali, soprattutto quelle relative alla filiera agro-alimentare, siano al centro di una profonda ristrutturazione che rischia di intaccare, nel medio periodo, una parte consistente del sistema produttivo del Nord del Paese”.

“Parma è uno snodo centrale di questo processo e da Parma deve partire una risposta istituzionale collettiva in grado di contrastare questo scivolamento. Come deputato del territorio garantisco il mio impegno personale, e del mio partito, affinché il patrimonio di competenze personali e professionali della ex Nestlè non sia irragionevolmente disperso e abbandonato”.

“Auspico – prosegue l’ex Ministro della Giustizia – che le istituzioni, tutte, individuino presto gli strumenti necessari per garantire a questi 50 dipendenti e alle loro famiglie una soluzione stabile e un futuro dignitoso. Dal momento che si tratta di figure amministrative con un alto grado di professionalità, solleciterò anche il Governo e il Ministro del Lavoro affinché si attivino e indichino, di concerto con i sindacati, una valida alternativa occupazionale per tutti gli impiegati coinvolti da questa decisione”.