Furto in chiesa: ruba la pisside dal tabernacolo e la nasconde sotto la maglietta. Incastrato dalle telecamere

SMA MODENA
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Un gesto sacrilego ha turbato la quiete della Chiesa di San Bartolomeo, nel cuore del quartiere Oltretorrente. Nel primo pomeriggio di venerdì 19 luglio, un uomo ha forzato la porta del tabernacolo e si è impossessato della pisside d’argento, prezioso oggetto liturgico usato per conservare le ostie consacrate. A incastrarlo sono state le telecamere di sorveglianza della chiesa: grazie alle immagini e a indagini mirate, i Carabinieri hanno denunciato un 40enne italiano, senza fissa dimora e con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.

A lanciare l’allarme è stato il sagrestano, che ha notato l’ammanco durante la consueta ispezione mattutina. Dopo aver informato il sacerdote della parrocchia dei Santi Bartolomeo e Alessandro, è scattato l’intervento delle forze dell’ordine. I militari della Stazione di Parma Oltretorrente hanno effettuato un immediato sopralluogo, accorgendosi subito della presenza di un impianto di videosorveglianza, installato per monitorare i numerosi visitatori della chiesa.

L’analisi delle immagini ha permesso di ricostruire con precisione la dinamica del furto: alle 12:30, un uomo vestito in modo sportivo è entrato in chiesa, ha atteso che i fedeli uscissero, si è avvicinato al tabernacolo e lo ha forzato, sottraendo la pisside. L’ha poi nascosta sotto la maglietta, cercando di allontanarsi con nonchalance, nonostante l’evidente rigonfiamento sotto i vestiti.

La qualità delle immagini ha consentito ai Carabinieri di isolare il volto del sospettato. Grazie a un’accurata attività di confronto con le banche dati e alla conoscenza del territorio, gli investigatori sono riusciti a identificarlo: si tratta di un uomo di 40 anni, da poco uscito dal carcere dopo aver scontato oltre due anni di pena.

Alla luce degli elementi raccolti e dei riscontri ottenuti, il soggetto è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Parma per furto aggravato.

Le autorità sottolineano che, nonostante i gravi indizi, l’indagato gode ancora della presunzione d’innocenza fino all’emissione di una sentenza definitiva. Intanto, la comunità parrocchiale resta scossa per un gesto che ha colpito nel profondo il senso del sacro e del rispetto.