
“Noi non ci vogliamo rassegnare all’idea che la criminalità sia un male incurabile. Oggi il ruolo di una associazione non è solo quello di essere un attore economico, ma anche sociale, un presidio per la comunità e un punto di riferimento, contro la desertificazione. La legalità è un obiettivo a cui tendere, partendo dalla cultura del lavoro”. Così Marco Granelli, dopo i saluti di Luca Musile Tanzi, sindaco di Salsomaggiore, ha spiegato perché Confartigianato ha voluto ospitare la presentazione del nuovo libro di Nicola Gratteri “Il Grifone”, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso.
Davanti a una folta platea – erano 270 le persone che hanno gremito la sala delle Cariatidi del Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme – non si è risparmiato il procuratore di Napoli che ha fatto un quadro molto preciso delle vecchie e nuove mafie, rispondendo alle domande del giornalista Andrea Gavazzoli, che ha moderato l’incontro.
“La nuova frontiera dell’élite delle mafie è il dark web – ha spiegato Gratteri -. Quando abbiamo scritto il libro ci siamo accorti che assoldavano hacker in Germania e Romania e riuscivano a riciclare milioni di euro, facendo transazioni finanziarie in tre continenti diversi contemporaneamente”.
Gratteri ha sottolineato come si debba smettere di pensare che le mafie siano solo al sud: “Attraverso l’usura e i prestiti cercano di capire quale imprese sono in crisi per poter entrare come soci di minoranza e arrivare a rilevare l’attività: questo è l’obbiettivo finale delle mafie. Non bisogna dunque pensare che non siano in questi territori e non bisogna continuare a pensare che esistano solo dove ci sono atti violenti, perché dove tutto sembra tranquillo le mafie vendono cocaina e con quei soldi si comprano tutto”.
Gratteri ha parlato anche dei “paradisi normativi”: “Se Falcone ci ha insegnato a seguire il denaro oggi abbiamo imparato a seguire i sistemi normativi dei paesi perché da lì si capisce quali reati dovremo combattere”.
Il procuratore di Napoli ha sottolineato come nel nostro paese non si investa abbastanza in tecnologia: “Abbiamo la migliore polizia giudiziaria al mondo, tanto è vero che vengono da diversi paesi a imparare da noi, ma purtroppo avvertiamo una certa arretratezza negli strumenti tecnologici. Limitare le intercettazioni è una follia e il reato d’abuso d’ufficio non va eliminato. Se difficilmente si riesce a provarlo è perché è stato cambiato almeno quattro volte negli ultimi anni”.
Gratteri è stato molto duro anche nei confronti della propria categoria che, in fatto di credibilità è ai minimi storici. “Dopo Palamara io se fossi stato al posto di Mattarella avrei sciolto il Csm. Non basta essere onesti, bisogna anche apparire onesti – ha spiegato Gratteri -. Lo dico con dolore, il 36% di credibilità è inaccettabile quando la stragrande maggioranza della magistratura è fatta da persone oneste e per bene. È un peccato che per colpa di pochi siamo in questa situazione. Un magistrato che commette reati non ha alibi”.

Blocco delle assunzioni e nessun investimento sono la causa delle carceri sovraffollate. “Le carceri sono nel momento più buio della storia italiana. Mancano 16.000 uomini di polizia penitenziaria. Dentro ci sono migliaia di ragazzi tossicodipendenti che vengono storditi con il metadone che crea altra dipendenza. Non dovrebbero stare lì, ma nelle comunità terapeutiche a cercare di disintossicarsi. Dovremmo almeno provare a salvarli. È importante dare l’esempio e parlare ai ragazzi, ai giovani che sono spugne e assorbono tutto. Bisogna fargli capire l’importanza della legalità e insegnarli a stare lontano dalle droghe: questa è la cosa più urgente – ha concluso Gratteri”.
Il presidente nazionale di Confartigianato Granelli ha annunciato un protocollo sulla legalità che sarà presto siglato dalla federazione con il procuratore di Napoli e che sarà esteso in tutti i Comuni d’Italia. “A fianco delle forze dell’ordine e della magistratura ci deve essere la responsabilità di tutti e noi, come Confartigianato vogliamo assolvere questo compito. Mi piace dire che dove c’è impresa c’è vita, aggregazione, scambi di buone pratiche, lavoro, benessere e sviluppo e quindi legalità – ha concluso Marco Granelli”.
Tatiana Cogo