Il centrodestra boccia la legge regionale sugli affitti brevi: “Danneggia la proprietà privata”

di Andrea Marsiletti

È durissima la posizione contraria dei capigruppo dell’opposizione di centrodestra rispetto alla legge regionale sugli affitti brevi approvata in Assemblea legislativa regionale (leggi).

“Una legge debole nei presupposti, confusa negli strumenti e che avrà effetti nefasti su vari settori. Non tutela i piccoli proprietari, non favorisce il turismo e non risolve il problema abitativo – ha dichiarato per Forza Italia Pietro Vignali – il testo prevede una compressione del diritto alla proprietà privata perché introduce una distinzione tra uso abitativo e locazione breve attribuendovi oneri aggiuntivi. Già la sua finalità di favorire gli affitti a lunga durata penalizzando quelli a breve è sbagliata. Chi non potrà più affittare a breve termine difficilmente si convertirà all’affitto a lungo termine. Avrà pesanti ricadute negative soprattutto sociali. Infatti, la maggior parte di coloro che affittano a breve non sono grandi speculatori, ma pensionati e famiglie che integrano il reddito.

Saranno danneggiati anche ristoranti, musei e commercio. Pure i comuni subiranno conseguenze negative perché non potranno più contare su svariati milioni di euro in tassa di soggiorno. Non si è nemmeno guardato ai clienti abituali degli affitti a breve. Come accade soprattutto a Parma, non sono solo turisti ma operatori aziendali e avventori sanitari. Gli affitti brevi sono una forma di ospitalità non uno strumento di speculazione della proprietà privata. Sarebbe stato sicuramente meglio aggiornare la legge regionale 16/2004 sul turismo trovando il modo di contemperare la loro evoluzione con le altre tipologie di ospitalità, in primo luogo quella alberghiera”.

“Siamo contrari a questa legge sia nel merito sia nel metodo: è un provvedimento confuso, inefficace e con profili di incostituzionalità – ha proseguito Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia – Serve una regolamentazione seria e organica, non interventi frammentari. Utilizzare strumenti urbanistici per disciplinare gli affitti brevi è un errore che rischia di creare solo confusione e conflitti tra cittadini ed enti locali. Il presidente De Pascale ha scelto di assecondare la sinistra della sua maggioranza invece di intervenire, come richiesto anche dagli operatori del settore, sull’aggiornamento della legge sul turismo. Questa Legge non colpisce gli speculatori come dice la sinistra, ma penalizza famiglie, pensionati e piccoli proprietari che integrano il reddito attraverso gli affitti brevi, un comparto che, ricordiamolo, genera risorse importanti e sostiene l’economia e l’indotto turistico del nostro territorio”.

“Oggi la sinistra ci chiede di votare una legge senza numeri: senza una base conoscitiva chiara, senza dati pubblici a sostegno, senza una valutazione seria dell’impatto economico che avrà su chi guarda a questo tipo di affitti per integrare il reddito. È un modo di legiferare al buio che serve soprattutto a far vedere che, in un anno, hanno fatto qualcosa di sinistra – aggiunge Tommaso Fiazza, capogruppo della Lega -. Pur restando contrari all’impianto complessivo della legge, abbiamo depositato emendamenti per ridurre i danni a chi già oggi affitta con questa modalità, a partire dalla richiesta di limitare effetti retroattivi su alloggi già autorizzati a tale attività e di escludere gli immobili messi a disposizione dalle aziende per i lavoratori, che non possono essere trattati come se fossero alloggi turistici o ‘case vacanza’. Purtroppo tutto è stato respinto dalla sinistra”.

Netta contrarietà anche da parte di Elena Ugolini di Rete civica: “Anche con gli emendamenti della maggioranza la retroattività non è stata tolta in modo inequivocabile. Nella legge ci sono tanti punti contraddittori che genereranno sicuramente contenziosi proprio su un tema che la maggioranza aveva dichiarato di voler risolvere senza ambiguità. Chi ha già immobili destinati alla locazione breve e regolarmente iscritti al CIN deve poter continuare a farlo. La nuova legge introduce vincoli come dimensioni minime e dotazioni che rischiano di penalizzare chi è in regola. Inoltre, l’art. 12, comma 2, contraddice la non retroattività: chi migliora l’immobile con lavori straordinari potrebbe perdere il diritto. Non possiamo ostacolare la qualità e gli investimenti. Se si voleva davvero rispondere alla finalità dichiarata nell’articolo 2, che dice di voler regolamentare i flussi turistici, bastava una norma semplice e chiara per dare ai Comuni la possibilità di intervenire dove c’è una densità troppo alta di alloggi destinati agli affitti turistici, salvaguardando i diritti legittimamente acquisiti. Questa legge non regolamenta, blocca: non è per qualcuno, ma contro qualcuno. Non semplifica la vita, la complica”.


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