
Alberto Padovani è il capogruppo dell’intera minoranza in Consiglio comunale a Colorno, alla guida dei quattro consiglieri di “Sosteniamo Colorno”.
Lo abbiamo intervistato per conoscere il suo punto di vista amministrativo.
A distanza di un anno dalle elezioni comunali di Colorno, che riflessione avete fatto all’interno dell’alleanza civico-centrosinistra di Colorno per guardare al futuro?
L’esito delle elezioni amministrative del 2024, a Colorno, è stato talmente netto da imporre subito un ragionamento che avesse un respiro per andare oltre il dato numerico. Siamo stati bravi, molto direi, a non perdere la calma, a non disunirci, a trovare un assetto come comitato e gruppo consiliare, per ripartire e fare una buona opposizione, concreta e costruttiva, quella che sono convinto abbiamo fatto e stiamo facendo. Si tratta di un principio fondamentale, quello del rispetto dei ruoli assegnati dalla contesa democratica.
Oggi, in un clima politico devastato da autoritarismi, linguaggio violento, contraddizioni continue, so che un atteggiamento di questo tipo rischia di pagare poco. Ma noi non abbiamo dubbi nel continuare a cercare la sostanza di quello che serve a Colorno e ai colornesi, svolgendo una severa azione di controllo sull’azione dell’Amministrazione, con precisione e lungimiranza.
Tutto questo significa frequentare il paese, individuare i problemi concreti, ascoltare le persone, proporsi come alternativa laddove l’azione degli attuali amministratori non sia sufficiente. Gli esempi di insufficienza dell’azione amministrativa, in questo senso, non mancano. Li abbiamo sempre segnalati con puntualità.

Su quali temi si è fin qui concentrata la minoranza?
Temi concreti, problemi segnalati dai cittadini, innanzitutto: nel consiglio di luglio porteremo due interrogazioni – sul preoccupante livello della raccolta differenziata; sui problemi della viabilità nel centro storico – e una mozione per un riconoscimento che dia valore all’AVIS e in generale alla cultura del dono e al volontariato.
Siamo il gruppo di minoranza più attivo nei Comuni della Bassa parmense: a ogni Consiglio abbiamo portato in media due interrogazioni o interpellanze e mozioni, sui temi più importanti relativi all’attività dell’Amministrazione comunale. Si possono trovare sulla nostra pagina facebook “SosteniAmo Colorno”.
La mia soddisfazione è quella di vedere crescere figure serie, competenti e appassionate. Il mio ruolo è gestire il gruppo, dando rilevanza alle proposte meritevoli, e gestire i rapporti con le diverse componenti e sensibilità della nostra coalizione.
Per questo non mi sono iscritto al PD: anche perché, nel frattempo, questo PD non mi ha ancora convinto pienamente su temi che ritengo fondamentali per una politica concreta, efficace e potenzialmente maggioritaria. Contro quello che è il peggior governo della storia repubblicana italiana, sarebbe necessaria un’azione molto più incisiva e coordinata. Chi, se non il PD, ha il ruolo di collettore delle minoranze? Lo eserciti e crei un’alternativa seria, vincente.
Quali sono i punti deboli del sindaco Stocchi e quali quelli di forza?
Credo che il pregio principale del Sindaco sia al tempo stesso anche il suo limite principale: parlo della sua indubbia capacità comunicativa. Ebbene, i colornesi si stanno accorgendo (anche quelli che lo hanno sostenuto) che su alcuni temi rilevanti – ad esempio la riqualificazione del patrimonio storico, a partire dall’ex Ospedale Psichiatrico, o del Mulino di proprietà comunale – oltre le buone intenzioni si fatica ad andare. Ma un’Amministrazione si misura dalle opere.
Credo che il consenso di Stocchi sia basato principalmente su una politica del “porta a porta”: “Cosa vi serve? Vediamo di procurarlo… ma senza danno erariale”. È un tipo di politica figlio dei nostri tempi, che fa breccia tanto a destra quanto a sinistra, perché oggi la gente chiede risposte limitate ai loro problemi spesso immediati, spesso disinteressandosi del bene comune. La fine delle ideologie – salutata inizialmente come una liberazione, anche a ragione – e di conseguenza l’estremo indebolimento dei partiti hanno portato purtroppo alla fine delle idee. In questo senso vince chi garantisce lo status quo, le lobbies grandi o piccole che siano, gli interessi di bottega.
Trovo inoltre una differenza significativa tra il primo Stocchi e quello attuale, non molto diversamente da quanto accadde per l’unico altro Sindaco che finora ha amministrato Colorno per due mandati, ovvero Michela Canova. Nel loro primo mandato entrambi si presentarono in modo aperto e dialogico nei confronti del paese, raccogliendo una quota di consensi che si è espressa chiaramente nelle elezioni di riconferma. Poi col secondo mandato iniziano le crepe, la stanchezza, le rigidità, l’ansia di governare il consenso e di gestire la comunicazione accentrando tutto. Sono errori che si vedono in tanti sindaci, che entrano in una logica di “lesa maestà”. In queste condizioni, l’idea del terzo mandato (che ho sempre contrastato, leggi) è decisamente preoccupante perché toglie respiro alla qualità democratica. Consiglio (da consigliere) a Christian di riflettere su questo.
Quali sono i temi e progetti su cui state lavorando in prospettiva?
Ci siamo divisi i compiti, per valorizzare sia chi è in Consiglio che chi è nel Comitato Civico. Voglio segnalare il notiziario periodico: una novità ben accolta dal paese. Sono usciti due numeri ed è in preparazione il terzo. All’Amministrazione dà fastidio, non può che essere così. Se ci sono dei temi su cui dibattere, non abbiano paura di farlo: si chiama democrazia e permette di raggiungere, con l’esercizio dialettico rivolto alle cose concrete, spesso risultati migliori rispetto a quelli previsti in partenza. Noi siamo sempre aperti al confronto: si vede in Consiglio, dove invece la maggioranza offre spettacoli imbarazzanti, per mancanza di interventi e stimoli.
Occorre avere poi una prospettiva e un’ambizione più ampia. Il centrosinistra colornese, in particolare il PD, non potrà più permettersi di essere minoranza il prossimo giro amministrativo: dieci anni di assenza dall’Amministrazione comunale (come maggioranza) rappresentano una traversata del deserto sufficiente per un ricambio di pelle. Nel 2019 il treno si schiantò per ragioni a mio parere inevitabili; nel 2024 si è ricostituita una necessaria unità di campo; nel 2029 le nuove leve del centrosinistra dovranno tornare ad avere rappresentanza nella maggioranza in Comune. È una necessità che si avverte e che riguarda il bisogno di aumentare il livello di qualità amministrativa espressa, evitando derive di bassa rappresentanza che già si stanno manifestando in questi anni a vari livelli.
Diciamolo con franchezza – lo dissi già prima del 2024 – il livello politico dell’Amministrazione oggi è basso, il che non significa che non abbia consenso. Ma questo gioco al ribasso alla lunga è pericoloso per tutti: per il Comune, per l’Amministrazione, per i colornesi soprattutto. Non è un caso, ma una strategia: si abbassa il livello di confronto per avere meno problemi nel gestire il tran tran quotidiano. Ma le amministrazioni si misurano sul medio lungo termine.
Cosa ha fatto questa Amministrazione finora su una prospettiva di medio lungo termine? L’ampliamento del nido, ben venga come progetto, non può però essere ritenuto sufficiente in tal senso. C’è una Colorno storica, da preservare e rilanciare, un patrimonio prezioso che sta crollando anno dopo anno, letteralmente. C’è la sensazione di un paese seduto e timoroso, che non guarda ai giovani. Si prenda spunto dai Comuni più dinamici e si rilancino i temi fondamentali, con percorsi partecipati. Oggi tutto è gestito nel palazzo, secondo rituali già visti.
A Colorno ci stiamo avvicinando al “nirvana”. E’ un paese talmente fermo che si prova un senso di stagnazione. Ma un paese seduto e immobile non serve a nessuno: nè ai colornesi storici, nè ai nuovi cittadini.
Andrea Marsiletti