
L’ex assessore del Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini non può essere perseguito dalla Corte dei Conti per danno d’immagine. Lo ha sancito una sentenza della magistratura contabile dell’Emilia-Romagna che ha dichiarato l’infondatezza dell’azione del Comune di Parma che aveva richiesto un risarcimento di 100.000 euro per danno d’immagine.
Bernini, inizialmente accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta Aemilia e poi di voto di scambio, era stato prosciolto dalle accuse.
La Corte dei Conti ha disposto la compensazione delle spese legali e quindi il Comune di Parma sarà costretto a pagare i propri avvocati per l’azione giudiziaria intrapresa.
“A testa alta, senza paura, ho affrontato il deserto del tritacarne giudiziario, sapendo che la gente avrebbe capito e che la verità sarebbe emersa” così Giovanni Paolo Bernini ha commentato la sentenza della Corte dei Conti a ParmaDaily. “Ho combattuto con le armi spuntate contro un sistema di malagiustizia che ha violato le elementari regole della giustizia e che anziché la verità giudiziaria era più attenta alla eliminazione degli avversari politici. Dedico questa ennesima vittoria giudiziaria alla mia famiglia ed a tutti quei magistrati seri ed attenti alle leggi che sono la maggioranza e che ci chiede di andare avanti a combattere il tumore all’interno del sistema giudiziario. Ora avanti sui 6 referendum per una Giustizia Giusta libera da collusioni politiche e da carrierismo sfrenato”.
“In questa vicenda, il sindaco Pizzarotti ha svelato la falsa inversione di tendenza garantista ed ha confermato la sua provenienza culturale e politica grillina giustizialista” conclude Bernini. “Agire contro un ex amministratore (dieci anni da presidente del Consiglio comunale e tre da assessore) nonostante l’assoluzione da entrambe le accuse rivolte da un magistrato già allontanato sine die dalla Regione per le collusioni con il sistema Palamara ed un partito politico, e’ stato non solo un grave errore ma anche un danno per i parmigiani che così dovranno pagare le spese per gli avvocati”.
