La Regione annulla una delibera del 2024: indennizzi non applicabili alle strutture sanitarie private accreditate

di UG

La Regione Emilia-Romagna ha deciso di fare marcia indietro sulla delibera n. 2133 del novembre 2024, che prendeva atto di nuove procedure condivise con le strutture sanitarie private accreditate.

Dopo verifiche tecniche e approfondimenti giuridici da parte delle Ausl e degli uffici regionali, il provvedimento è risultato non applicabile e non conforme alla normativa nazionale, in particolare per quanto riguarda gli indennizzi previsti nel post-emergenza Covid. Per questo motivo, la Giunta ha avviato il procedimento di autotutela per annullare la delibera, garantendo massima trasparenza e 30 giorni di tempo ai soggetti interessati per eventuali osservazioni.

La delibera, dunque, adottata in un contesto post-pandemico e di particolare complessità normativa, è stata successivamente sottoposta a una revisione tecnica. e dall’analisi sono emersi elementi di inapplicabilità e criticità di legittimità, legate soprattutto ai nuovi contenuti inseriti nella “condivisione”, non previsti dagli accordi originari.

A spiegare il contesto è l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi: “La Regione Emilia-Romagna ha attraversato gli anni della pandemia garantendo sostenibilità a tutto il sistema sanitario, dentro un quadro normativo già complesso e in continuo mutamento per il susseguirsi di dpcm e decreti legge – afferma Fabi –. Fra le misure adottate vi era stato anche un acconto di cassa per le strutture private accreditate a sostegno della loro liquidità nella prima fase emergenziale. Successivamente il Parlamento e il Governo avevano poi stabilito la facoltà e le modalità di ristoro alle strutture private accreditate fino al 90% del budget 2020, a prescindere dal suo raggiungimento. La delibera di Giunta del 2024, dopo un’attenta verifica da parte delle strutture tecniche della Regione e delle Ausl, si è dimostrata non tecnicamente applicabile, andando a prevedere indennizzi non conformi né alla legge nazionale, né alle delibere del 2020 adottate dalla Regione, e per questo non ha mai avuto concreta applicazione. Per questi motivi la Giunta, per garantire la massima trasparenza, ha dato avvio al procedimento di autoannullamento della delibera, dando 30 giorni di tempo ad eventuali parti interessate per fornire elementi utili alle decisioni. Un’amministrazione sana e trasparente è anche quella che è capace di identificare eventuali errori e correggerli prontamente senza avere nulla da nascondere”.

In particolare, la delibera in questione non prevedeva alcun impegno di spesa aggiuntiva, nonostante l’applicazione della “condivisione” avrebbe comportato nuovi oneri. Costi che la Regione, in ogni caso, non avrebbe potuto sostenere perché al di fuori dei limiti imposti dalle normative statali in materia di finanza pubblica e riconoscimento degli indennizzi Covid.

Non va dimenticato che la giunta, all’epoca, operava in regime di prorogatio, in attesa delle elezioni, e dunque poteva adottare solo atti di ordinaria amministrazione. Anche per questo, nessuna Ausl ha mai dato seguito né attuazione alla delibera.

Il procedimento di autotutela sarà ora formalmente comunicato ai soggetti interessati e alle aziende sanitarie locali. Gli eventuali portatori di interesse avranno 30 giorni di tempo per presentare controdeduzioni o osservazioni.


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