Legambiente Parma, Lipu Parma, WWF Parma: “No alla criminalizzazione del lupo”

di Andrea Marsiletti

Occorre dare ai cittadini gli elementi di conoscenza e concreti per ridurre il conflitto con la fauna e i grandi carnivori basati non sulla propaganda o su retaggi anacronistici, ma sulle conoscenze scientifiche.

Negli ultimi giorni sono apparse su diversi organi di stampa notizie e commenti riguardanti la presenza del lupo in Alta Valtaro e gli episodi di predazioni ai danni di animali domestici. Legambiente, Lipu e WWF ritengono necessario intervenire per riportare il dibattito su un piano di serietà e responsabilità, lontano da allarmismi e strumentalizzazioni, una caccia di consenso a buon mercato che accomuna i politici nostrani di diversi colori con spirito bipartisan degno di miglior causa.

La maggioranza delle persone, silenziosa sì, ma non per questo assente, sa perfettamente che Il lupo è una specie protetta, simbolo della biodiversità delle nostre montagne e presenza stabile sull’Appennino parmense ormai da decenni. La sua espansione è un segnale di buona salute degli ecosistemi, con ricadute a beneficio di tutti, incluse le comunità locali che vivono in questi ambienti. Si pensi ad esempio alla forte riduzione della nutria in diverse aree planiziali, così come al contributo all’eliminazione di carcasse di cinghiali infette dalla Peste Suina Africana, enorme minaccia per il comparto agro-industriale padano e parmense in particolare, poiché il virus viene ucciso al passaggio nell’apparato digerente del lupo. Sono questi solo alcuni dei servizi ecosistemici di altissima rilevanza economica ed ecologica svolti dal predatore, ma quasi mai menzionati.

È inoltre ampiamente dimostrato da numerosi studi il cruciale ruolo svolto dalla gestione dei rifiuti e scarti di origine animale – quali vacche e vitelli morti in attesa di smaltimento, oltre alle placente derivanti dai parti – nel condurre lupi in prossimità delle attività umane: tale vicinanza è strettamente associata alla facilità nel reperire cibo a basso costo.
E’ dunque necessario che le istituzioni di riferimento supportino una transizione volta a prevenire tali dinamiche, supportando il comparto agri-zootecnico sia con opportune revisioni normative (tra cui maggiore rapidità nell’elargizione degli indennizzi per capi predati), sia con incentivi economici, volti ad attuare pratiche affinché sia mantenuta la giusta distanza tra il selvatico e le attività umane, a cui fa seguito anche la tranquillità delle persone.

È bene ricordare che la cospicua presenza di stalle su tutto il territorio provinciale rappresenta un forte elemento attrattore per il lupo, ragione per cui è decisivo attuare meccanismi di prevenzione mediante una gestione dei rifiuti e dei resti animali adeguata alla situazione e sostenibile per gli allevatori, che devono rispondere adeguandosi con correttezza a tale gestione per la sicurezza degli animali stessi e, non meno importante, anche per la tranquillità delle persone. Si tratta di azioni e strumenti già ampiamente disponibili e conosciuti, in parte previsti dalle norme, che si chiede agli allevatori di attuare per responsabilità verso la comunità di cui fanno parte.

Quando si parla di lupo, non esistono differenze politiche, destra e sinistra sono sovrapponibili, una sequela seriale di copia/incolla. Sorprende in particolare che chi ha ricoperto nel recente passato incarichi istituzionali regionali in tema di aree protette e tutela della Biodiversità, si accodi al populistico slogan “difendiamo le comunità”. Le elezioni politiche del 2027 sono dietro l’angolo e ci si sta muovendo alal ricerca di consenso. Riteniamo grave, in altre parole, che la politica tutta continui ad assecondare una narrazione che contrappone i benefici universali alla salute generati dalla biodiversità e da ecosistemi funzionali ed integri alla necessità di reimparare a coesistere con la fauna in un ambiente mutato, ovvero ritornato all’originaria ricchezza di specie, carnivori inclusi. A patto che si intraprenda seriamente una strada di risoluzione del conflitto, dove ai cittadini vengono forniti gli strumenti adeguati per ridurre al massimo gli effetti negativi, i grandi carnivori non rappresentano una minaccia per le comunità locali, non in misura maggiore, per esempio, delle decine di vittime causate dagli incidenti di caccia ignorati con vergognoso cinismo dalla politica locale e nazionale. Gli indennizzi economici per i capi di bestiame sono già presenti da tempo, occorre anche un intervento culturale per modificare alcuni comportamenti che si ritengono normali, come lasciare gli animali incustoditi, ma che sono frutto di intenso bracconaggio perpetrato in passato ai danni del lupo e che lo avevano portato sull’orlo dell’estinzione.

La coesistenza tra uomo e fauna selvatica richiede conoscenza, prevenzione e collaborazione fra enti, autorità scientifiche e cittadini.

“Le istituzioni— dichiarano le associazioni— non devono rincorrere la propaganda che criminalizza il lupo, ma farsi promotrici di un approccio equilibrato, fondato su dati scientifici e sul sostegno concreto agli allevatori e ai cittadini che vivono nei territori montani. Lavoro della politica nel suo più alto senso è quello di saper contemperare le diverse necessità ed esigenze.”

Ricordiamo – prosegue il comunicato di Legambiente, Lipu e Wwf – che esistono strumenti e buone pratiche già attive in molte aree appenniniche: recinzioni elettrificate, cani da guardiania, indennizzi per danni accertati e attività di informazione su comportamenti rischiosi rivolte alla popolazione. È su queste misure che occorre investire, non su campagne di paura o richieste di abbattimenti che non hanno alcun fondamento tecnico, ma anzi rappresentano turbative negli equilibri delle famiglie di lupi che possono portare a comportamenti imprevedibili e caotici da parte degli individui.

“La coesistenza tra comunità locali e fauna selvatica è possibile — conclude l’associazione — se si abbandona la logica del conflitto e si lavora concretamente insieme per una montagna viva, ricca e sostenibile, dove la presenza del lupo sia ricompresa nei comportamenti umani come parte integrante di un equilibrio naturale di cui facciamo tutti parte e che desideriamo tutelare.”

Copyright © 2007-2025 ParmaDaily.it

PrivacyCookies

direttore responsabile

Andrea Marsiletti

Copyright © 2007-2025 ParmaDaily.it

PrivacyCookies