
Siamo pronti a dare battaglia per salvaguardare i 96 platani della via Spezia, statale Cisa, tra Parma e Collecchio.
Da quando la notizia ha cominciato a circolare ieri le nostre associazioni sono state contattate da tanti cittadini allarmati e questo fa ben comprendere come il valore del filare di platani unisca diversi aspetti: naturale, paesaggistico, culturale, storico. In ottica unitaria, Legambiente, WWF, Parma Sostenibile, Società Parmense di Scienze Naturali, Associazione Donne Ambientaliste si muoveranno di concerto con tutte le forze che vorranno opporsi a questa presunta “riqualificazione” dell’asse viario.
Siamo stupefatti di apprendere solo ora, in fase avanzata di discussione, di questo progetto di Anas e Provincia di Parma. Segno che, ancora una volta, gli organi politici sono lontani dai temi più sentiti dalla cittadinanza come il valore degli alberi, e non comunicano questi aspetti più che rilevanti nella fasi progettuali precoci, quando ancora si può incidere in modo significativo, né passo passo per informare sulla situazione.
Proprio per questo motivo le Associazioni chiedono ai sindaci Guerra di Parma e Galli di Collecchio di fermare l’iter in corso, stralciare le delibere dai consigli comunali e rivalutare da zero il progetto. A questo proposito non possiamo che stigmatizzare l’approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale di Collecchio, autorizzando di fatto l’abbattimento di oltre 60 platani e facendolo passare in sordina come una procedura normale. È poi una mistificazione inaccettabile contrapporre la sicurezza stradale e la realizzazione di una pista ciclabile al mantenimento delle alberature. Esiste tutto lo spazio necessario, a patto di progettare conoscendo il significato della parola “futuro”. Chiediamo che alle associazioni e alla cittadinanza venga messo a disposizione quanto necessario per documentarsi e poter avanzare controproposte. Al proposito ricordiamo che i progetti si possono modificare in itinere, come successo per lo stadio Tardini, per il quale il progetto originario molto impattante è stato ritirato, e per l’aeroporto per il quale la battaglia ambientalista è servita a ridurre l’invasività del progetto di ampliamento, che peraltro sembra tramontato. È nostro intento garantire che la cittadinanza venga rappresentata ed ascoltata su progetti che, così come presentati, recherebbero un danno ambientale, gravando sulla collettività.
† Stralciare il Vecchio Testamento? Un’eresia necessaria (di Andrea Marsiletti)
Crediamo che per mettere in sicurezza la strada della Cisa si debbano prendere altri provvedimenti: per ridurre i rischi serve la stringente osservanza dei limiti di velocità a 50 o 70 kmh nei tratti ritenuti più pericolosi, garantendola anche con risezionamenti del percorso, installazione di dissuasori e di ulteriori autovelox. Sono ormai noti diversi studi, sulle città 30 e non solo, che evidenziano come il maggior fattore di rischio per la sicurezza stradale sia la velocità degli automezzi e non certo la presenza a bordo strada delle alberature. Peraltro, quando a lato strada si trovano delle costruzioni, antiche o recenti, queste non vengono certo fatte abbattere o delocalizzate, benché a volte la loro presenza risulti potenzialmente più pericolosa delle piante.
Inoltre gli alberi, e i platani in particolare, offrono un apporto di mitigazione dell’inquinamento, trattenendo in una certa misura le polveri sottili emesse dal traffico, e delle isole di calore abbassando le temperature. Gli alberi svolgono inoltre un ruolo fondamentale nella regimentazione delle acque, poiché favoriscono l’assorbimento e l’infiltrazione delle piogge nel suolo, riducendo il rischio di erosione, frane e alluvioni. Questi effetti aumentano la “sicurezza” della strada nel senso più ampio ed adeguato del termine, contribuendo a ridurre il numero di morti premature che inquinamento, caldo ed alluvioni provocano ogni anno, aspetti che andrebbero presi in considerazione insieme a quelli previsti dalle linee normative delle strade. Troviamo dunque che gli abbattimenti previsti vadano contro la tutela della sicurezza e del benessere della collettività e come coordinamento delle associazioni ambientaliste chiediamo un incontro urgente con gli assessori di riferimento.
Le associazioni ambientaliste studieranno inoltre l’avvio del procedimento per chiedere il riconoscimento come esemplari monumentali del filare di platani lungo via Spezia e di via Langhirano, esemplari che sono comunque già tutelati ai sensi del Regolamento del Verde vigente.
Legambiente Parma
WWF Parma
Associazione Donne Ambientaliste
Parma Sostenibile
Società Parmense di Scienze Naturali