
Ha partecipato alla ultra-endurance “LEL”, resa ancor più dura dalla tempesta “Floris”. Ricevuto in Comune dal sindaco Spina e dal vice Ronchini
Dopo la “1001 Miglia Italia”, la più lunga ed estrema randonnée ciclistica d’Europa, quest’anno Giuseppe Ercolini, medico di famiglia della Casa della Salute di Sala Baganza con la passione per le due ruote, ha voluto alzare ulteriormente l’asticella partecipando a uno dei più grandi eventi europei di ultra-endurance ciclistica, la celebre Londra – Edimburgo – Londra (LEL) che si tiene ogni quattro anni: 1.500 chilometri da percorrere in meno di 128 ore attraverso lo Yorkshire, il celebre Devil’s Beef Tub e il ponte di Humber, per poi inoltrarsi in terra scozzese, con salite come Yad Moss e passaggi attraverso le remote valli di Esk.
Un tracciato duro e aspro che mette alla prova non solo la resistenza fisica, ma la capacità di gestire le energie, sonno e alimentazione. E quest’anno la perfida Albione è stata ancora più perfida, sferzando i partecipanti con la tempesta Floris, la più intensa registrata in zona dal 2015, con pioggia e raffiche di vento a 140 chilometri orari. Un ciclone che ha provocato blackout di massa, danni, interruzioni di voli, treni e traghetti, costringendo gli organizzatori a invertire la marcia a 500 km dalla partenza, e ridurre così il percorso a 1.000 km, ribattezzato ironicamente “London – Floris – London”.
Un’impresa nell’impresa quella di Ercolini, che il sindaco Aldo Spina e il suo vice con delega allo Sport Giovanni Ronchini hanno voluto celebrare ricevendolo in Municipio insieme ai suoi amici di sempre: Alberto Cavalca, Roberto Coruzzi e Ginetto Daglialberi, presidente della locale sezione AVIS.
«È stata comunque una bellissima esperienza – ha commentato Ercolini –. In particolare, ho apprezzato la disponibilità e pazienza delle persone che abbiamo incontrato lungo il percorso che ci hanno aiutato e sostenuto: mi sono reso conto del rispetto e della cultura dell’accoglienza che circonda questa manifestazione».
Il medico-ciclista ha voluto ringraziare anche il suo compagno di avventura e di viaggio, Francesco Monticelli, e la moglie, che ha curato da remoto l’aspetto logistico. «Non si tratta di una competizione con gli altri, ma di una prova con sé stessi – ha concluso Ercolini –. Un viaggio all’interno dell’anima di cui sento il bisogno per poi applicarlo nella vita reale e condividerlo con i miei compagni di strada».
«Si tratta di un evento sportivo talmente impegnativo che gli organizzatori effettuano una attenta selezione dei partecipanti. richiedendo un’altissima preparazione non solo fisica ma anche mentale», ha sottolineato il sindaco complimentandosi con Ercolini per l’impresa. Ora il dottore si prenderà un periodo di meritato riposo dalla due ruote, ma già pensa a una nuova avventura per misurare e superare ancora i suoi limiti.