Parma Città Pubblica: “Il passaggio alle rinnovabili è indispensabile, ma non a qualunque prezzo”

di Andrea Marsiletti

Abbiamo accolto con favore l’impegno del Presidente Alinovi e di un gruppo di consiglieri del Consiglio Comunale di Parma, che hanno presentato un ordine del giorno volto a chiedere una rigorosa regolamentazione degli impianti di fotovoltaico a terra ed agrivoltaico, a preservare i terreni agricoli, evitare consumo di suolo, incentivare impianti su tetti, pensiline e aree cementificate industriali e artigianali, per la realizzazione di CER e per l’autoconsumo.

Abbiamo apprezzato l’impegno di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia nel dare ascolto ai cittadini che si sono mobilitati per fermare i progetti in rapido avanzamento nei quartieri e nelle frazioni.

Consideriamo importante l’interrogazione in Assemblea legislativa regionale di Barbara Lori, nella quale si chiede una presa di posizione urgente dell’Emilia Romagna per la tutela dei suoli agricoli e dei contesti ad elevato pregio paesaggistico e ambientale nei confronti del numero sempre crescente di richieste di insediamento di impianti energetici da fonti rinnovabili, tra i quali quelli di Borgazzo e via Benedetta a Parma.

Crediamo che la difesa dell’ambiente, del suolo, dei terreni agricoli, del paesaggio e della qualità di vita non debba avere colore politico, come stanno dimostrando i sindaci delle Valli del Taro e del Ceno che, pur di diversi schieramenti, si sono coalizzati contro il folle progetto di eolico che minaccia il nostro Appennino.

Ora anche nel caso di Parma alle parole devono seguire i fatti.

Chiediamo perciò al Consiglio comunale di intervenire con fermezza al fine di abbinare all’approvazione di quell’odg il ripristino del PUG all’art. 8.1.7 comma 2 nella sua originaria formulazione, precedente alla modifica apportata con l’accoglimento dell’osservazione di privati n.244 del 14/12/2023, protocollo 277942. Non sarebbe credibile, infatti, prendere posizione in merito al fotovoltaico a terra e all’agrivoltaico in aree rurali quando la stessa amministrazione ha accolto una richiesta di modifica che quel tipo di impianti ha agevolato, eliminando le disposizioni specifiche che il Comune aveva originariamente previsto e che limitavano la concessione di autorizzazioni per impianti fotovoltaici a terra in ambiti rurali periurbani.

Chiediamo poi alle forze politiche che sono al governo del Paese, vale a dire Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, se davvero vogliono fermare lo scempio del nostro territorio, di intervenire tempestivamente presso il ministero al fine di modificare la normativa nazionale sulle rinnovabili in aree agricole. Ci risulta che sia prevista una discussione in merito nel Consiglio dei Ministri e ci auguriamo che abbia esito positivo.

Infine, chiediamo al PD, che negli ultimi giorni ha ribadito di essere d’accordo su una regolamentazione di questi impianti che preservi le aree agricole e su un ruolo centrale degli enti locali e dei cittadini nella definizione delle aree idonee, di intervenire a livello regionale al fine di modificare la normativa che disciplina il fotovoltaico a terra e l’agrivoltaico per evitare altro consumo di suolo, non ridurre ma agevolare la nostra produzione agricola e tutelare il suo paesaggio peculiare, migliorandone la qualità, come binomio vincente dei nostri rinomati prodotti d’eccellenza.

Ricordiamo che in 20 anni in ER si è perso il 20% delle aziende agricole di piccole/medie dimensioni. Occupiamoci di ridare impulso e vitalità a un comparto che ha commesso sì tanti errori, ma è la vocazione del nostro territorio, che ha dato ricchezza e può continuare a farlo. La rivoluzione padana dovrebbe essere mantenere i propri terreni fertili, impegnandosi a ri-costruire il suo bel paesaggio rurale.

Il passaggio alle rinnovabili è indispensabile, ma non può avvenire a qualunque prezzo: esistono concretamente altre possibili soluzioni e vanno ricercate con urgenza da tutti gli schieramenti politici.

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