Parma, truffato online di 600 euro per un ponte sollevatore: nei guai tre italiani

di AndreaMarsiletti2

Nell’ambito delle attività quotidiane di contrasto ai reati informatici, i Carabinieri della Stazione di San Pancrazio Parmense hanno concluso nei giorni scorsi un’indagine che ha portato alla denuncia di tre giovani italiani — una 31enne, una 22enne e un 28enne — tutti residenti fuori regione e ritenuti, in concorso tra loro, i presunti autori di una truffa online.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a cadere nella rete dei truffatori è stato un 40enne parmigiano. Navigando sul web, l’uomo aveva trovato l’annuncio di vendita di un ponte sollevatore per auto, pubblicato su un noto sito di compravendita di oggetti usati. Il prezzo particolarmente vantaggioso, 600 euro, lo aveva spinto a prendere contatto con il venditore tramite chat.

Per rendere credibile l’offerta, l’interlocutore aveva inviato diverse fotografie del macchinario in funzione, corredate dalla presunta fattura di acquisto, sostenendo di voler cedere l’attrezzatura perché in procinto di cessare l’attività per raggiunti limiti di età. Una seconda persona, presentatasi come socio, aveva poi fornito al 40enne le istruzioni per il pagamento.

Convinto dalle rassicurazioni ricevute, l’acquirente aveva effettuato un bonifico istantaneo da 600 euro sull’IBAN indicato. Ricevuta la conferma dell’imminente spedizione, aveva atteso invano l’arrivo del sollevatore: trascorsi i tempi previsti, ogni tentativo di ricontattare venditore e “socio” si era rivelato inutile. Solo allora l’uomo aveva compreso di essere stato truffato.

Rivoltosi ai Carabinieri, aveva presentato denuncia allegando la ricevuta del bonifico e i numeri telefonici utilizzati durante la trattativa. Le indagini telematiche e finanziarie avviate dai militari hanno permesso di risalire ai tre presunti responsabili: sarebbero intestatari sia dell’IBAN su cui è confluito il denaro sia delle varie utenze telefoniche impiegate nel raggiro. Tutti risultano già noti alle forze dell’ordine per reati analoghi.

Al termine degli accertamenti, i tre sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Parma.

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