
Non si contano più le classi in quarantena o in sospensione di frequenza (il 14 dicembre erano 98). Oggi il virus circola soprattutto alle scuole elementari di Parma e provincia e il 25% della totalità dei casi riguarda i bambini fino a 14 anni.
Nei primi due giorni di apertura delle prenotazioni delle vaccinazioni per i bambini dai 5 agli 11 anni c’è stato un boom di richieste ben 2305 (la popolazione vaccinabile tra Parma e provincia è di 28.000 bambini in quella fascia di età). Per il momento per prenotarsi basta registrarsi al modulo on-line per ricevere un appuntamento (clicca qui per maggiori info): i genitori che hanno effettuato la registrazione riceveranno un sms con data e sede della somministrazione.
Abbiamo chiesto ad Andrea Canali, pediatra di libera scelta, quale risposta si aspetta dalle famiglie.
C’è una bella risposta, è in grande aumento il numero di chi prenota la vaccinazione per i propri figli. Io stesso, ma so anche di tanti colleghi, ho ricevuto tantissime chiamate da parte dei genitori dei pazienti per capire come prenotarsi. Unica difficoltà è che ancora non è possibile farlo tramite Fascicolo Sanitario Elettronico che molti hanno, ma fra qualche giorno sarà possibile farlo anche con quello strumento e tutto sarà più semplice.
La risposta è buona, già nei primi due giorni si sono prenotati il 9-10 per cento e i numeri di chi ha dichiarato di non voler vaccinare i propri figli sono molto bassi. La maggior parte delle famiglie ha capito l’importanza di bloccare la circolazione virale nella popolazione infantile e giovanile.
Pensa di riuscire a convincere gli scettici e come?
Le famiglie in generale sono ben orientate, anche perché c’è già stato un ampio dibattito nel paese, poi chiaramente gli irriducibili ci sono, ma in generale hanno fiducia nelle parole dei propri pediatri. I vantaggi sono molto superiori agli svantaggi. Il primo è quello di proteggere ogni singolo bambino, perché non possiamo permettere che il virus si concentri in quelle popolazioni. Virus che dà anche patologie importanti, abbiamo dei ricoverati e ci sono stati dei morti anche in Italia. Poi aumentando il numero dei vaccinati si riduce la circolazione virale.
Gli svantaggi sono veramente minimi. In Israele e negli Stati Uniti che hanno milioni di vaccinati e si è visto che gli effetti collaterali sono quasi inesistenti.
E nel caso di un bambino che ha contratto la malattia quanto tempo bisogna attendere prima di poter fare la vaccinazione?
Dopo tre quattro mesi si può fare soprattutto se i sintomi sono stati modesti. È importante vaccinarsi anche dopo contratto il virus proprio per aumentare l’immunità nel tempo.
Il vaccino dovrà essere ripetuto ogni anno?
Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere. Noi seguiremo le line guida internazionali europee e italiane. Per ora sono previste due dosi: un terzo di dose Pfizer e il richiamo dopo tre settimane. La vaccinazione è importante perché farà calare di molto la circolazione virale nelle popolazioni giovanili. Poi in base all’andamento epidemiologico si valuterà se aumentare le difese con una terza dose. Può anche succedere che il virus cambi e si depotenzi, ma questo oggi non siamo in grado di dirlo.
Il suo consiglio dunque è di vaccinare i bambini?
Io sono molto favorevole alle vaccinazioni in senso generale. Posso dire, avendo sessant’anni che ricordo, per averli conosciuti, diversi bambini con la poliomielite. Anche all’epoca si tardò troppo con la vaccinazione perché, sbagliando completamente, alcuni pensavano avrebbe scatenato la malattia. Molti non vaccinati, soprattutto provenienti dal sud Italia venivano al Don Gnocchi per fare riabilitazione, ma purtroppo da quella malattia non si può guarire. I giovani genitori devono capire che le malattie infettive sono sempre in agguato e non bisogna mai abbassare la guardia.
Tatiana Cogo