
Chiediamo che Parma avvii un percorso per una gestione del ciclo dei rifiuti che sia in capo al Comune e non più a Iren o altri soggetti che hanno come prima finalità il profitto. È la stessa direzione della riforma proposta dalla commissione ambiente dell’Euro Parlamento, che prende finalmente atto di ciò che i movimenti per la giustizia climatica ripetono dal 2005: il sistema di permessi di emissione può funzionare solo a patto di essere gestito secondo criteri di utilità pubblica − in questo caso ecologica − lontani dall’interesse di mercato (che invece l’hanno fatta da padrone in questi lunghi e fallimentari 17 anni).
Se queste indicazioni verranno recepite, le emissioni degli inceneritori dovranno essere “compensate” dall’acquisto di crediti-carbonio, di fatto inficiandone la redditività. Per dire, se queste regole fossero state operative nel 2012, Pizzarotti non avrebbe potuto né vincere le elezioni promettendo di bloccare l’inceneritore, né tradire il mandato elettorale aprendolo subito dopo.
Bene, dunque. Ma non benissimo: ora occorre che la gestione pubblica arrivi a una pianificazione dei cicli produttivi ispirata alla strategia ‘rifiuti zero’. Che l’Unione Europea sia all’altezza del compito è assai improbabile. Che la mobilitazione dal basso possa imporre questa agenda, invece, è nostra profonda convinzione.
Una gestione pubblica dei rifiuti a Parma, da un lato consentirebbe una riduzione della loro produzione tramite l’incentivazione di sistemi di riuso e vuoto a rendere, dall’altro garantirebbe il riutilizzo in loco delle materie prime seconde prodotte con accordi tra imprese del territorio, servizi comunali e industrie di riciclo. È fondamentale, inoltre, tutelare la collaborazione con le cooperative sociali, che permette di impiegare nella raccolta dei rifiuti persone con fragilità: è un’importante occasione di realizzazione personale e sociale attraverso il lavoro. Chiediamo per tanto a Iren di smentire pubblicamente le voci per cui l’azienda avrebbe intenzione di non rinnovare l’attuale contratto con le cooperative sociali.
Potere al Popolo Parma