Sabato Parma si è colorata con i colori dell’arcobaleno, i colori dell’inclusione, dell’uguaglianza, dei diritti civili e delle libertà individuali per tutti e tutte.
Con il primo storico Pride parmigiano, gli organizzatori hanno permesso di mettere in luce la città che amiamo, una città aperta e tollerante, inclusiva e aperta ai nuovi diritti.
Ma con il voto del 26 giugno tutto questo è in pericolo. Da una parte abbiamo la città del Pride, la “Città dei Diritti”, un’Amministrazione e una coalizione da sempre vicine alla comunità LGBT+ con i patrocini, il tavolo istituzionale contro l’omofobia, i diritti di tutte le coppie che si amano e la presenza anche fisica che non è mai mancata; dall’altra abbiamo una coalizione che tutte queste conquiste vuole cancellare.
A sostegno di Vignali si sono riuniti i rappresentanti delle più cupe e torve ideologie negazioniste dei diritti e delle libertà come gli esponenti del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, nella lista di Forza Italia, la Lega, campione di odio contro la comunità LGBT+ che abbraccia le tesi putiniane di tradizione e famiglia e, buon ultimo, Fratelli d’Italia, il partito che a livello locale ha già dimostrato il disprezzo verso leggi contro l’omofobia e la violenza di genere e a livello nazionale ha una leader che dai palchi dell’ultra destra spagnola sbraita contro fantomatici complotti gay.
Che la splendida giornata del Pride possa colorare anche il voto del 26 giugno e possa mantenere Parma all’avanguardia nella lotta per l’uguaglianza nei diritti.
Luca Marola – Radicali Italiani
DALLA PARTE DELLA REALTA’, NON CONTRO I DIRITTI (RISPOSTA A MAROLA)
Spiace che un individuo aperto alle istanze delle persone e libertario come il radicale Marola etichetti quali “rappresentanti delle più cupe e torve ideologie negazioniste dei diritti e delle libertà” quelli, me compresa, che non fanno altro che promuovere e sostenere la famiglia composta da maschio e femmina, e figli che ne derivano. Neghiamo, forse, che ciascuno a casa propria possa fare ciò che crede, nei limiti delle leggi attuali? Neghiamo che una persona LGBT+ possa convivere con chi ama, o che a chi ama possa andare a far visita in caso di ospedalizzazione, o possa lasciare in eredità quello che vuole? Certamente no. Voglio ricordare che il codice civile italiano tutela tutti i cittadini in pari modo, sotto questi aspetti. O, forse, apprezziamo il fatto che una persona LGBT+ sia bullizzata, derisa, o magari picchiata, o comunque offesa in una qualunque maniera? No, nemmeno quello: siamo infatti contrari a qualsivoglia forma di violenza, sia verbale che fisica, nei confronti di ogni soggetto, ed anzi vorremmo che una cultura della non-violenza si affermasse sempre di più: perché per noi ciascun essere umano è unico ed insostituibile, d’incalcolabile preziosità. Ma forse i veri buoni libertari devono ritenere che noi non abbiamo il diritto di esprimere le nostre idee.
Tali libertari pensano che la costituzione italiana sia superata, nel dichiarare che la famiglia è una società naturale. Eppure è vero che “famiglia” è la società formata da un uomo e una donna in quanto naturalmente, appunto, generativa in potenza di altri esseri umani: questo è un dato inconfutabile. Ed è in forza di ciò che ne sono tutelati i diritti da parte dello Stato, al quale la famiglia preesiste. Anche le attuali tecniche procreative, come l’utero in affitto che sfrutta le donne in modo abominevole – e altro che diritti! – non possono cancellare il dato di realtà, ma anzi con la grottesca scimmiottatura della procreazione naturale ne marcano in modo ancora maggiore la distanza.
Prenda in mano, Marola, le Leggi di Platone (636, c) e guardi che cosa pensavano anche gli antichi della “naturalità”, al di là delle leggende metropolitane che oggi circolano sul punto. Noi non siamo affatto contro i diritti, tutt’altro. Siamo invece per il due più due che fa quattro e non cinque; per il cielo azzurro e il prato verde, per dirla con Chesterton; per la mela di Newton che cade per la forza di gravità e non va in orbita come un razzo di SpaceX.
Per questo, anche per questo, siamo con Pietro Vignali.
Isabella Spanò – Popolo della Famiglia