
Dopo lunghi mesi di chiusura legati alla emergenza Covid-19, hanno riaperto i Centri Diurni per disabili Varese e Casa Scarzara gestiti dalla cooperativa Proges. Sono stati i primi servizi di questa tipologia a ripartire a Parma.
Le persone con disabilità e le loro famiglie sono state tra le più colpite da lockdown, durante il quale la chiusura di scuole, attività socio ricreative e servizi, le hanno private di importanti punti di riferimento e di supporto.
“È stata un’operazione molto complessa” ha dichiarato Alberto Mezzadri, coordinatore territoriale di Proges. “I protocolli post emergenza sanitaria Covid-19 sono molto rigidi e hanno implicato una radicale riorganizzazione delle attività e dei numeri degli abituali frequentatori dei Centri Diurni per disabili. Si è trattato di un lungo percorso di co-progettazione tra gli enti gestori e il Comune di Parma, a cominciare da una mappatura che ha reso protagonisti gli ospiti e le loro famiglie. Si è infatti partiti tramite un coinvolgimento diretto, in cui si sono evidenziate le difficoltà intercorse durante la chiusura dei centri e quali siano le necessità e i bisogni contingenti. Mattone dopo mattone, la collaborazione tra la cooperativa, il comune di Parma e l’Igiene pubblica dell’azienda Ausl, ha permesso di riprendere il percorso interrotto all’inizio di Marzo. Certo non con i canonici numeri, con parecchie restrizioni, ma si tratta pur sempre un nuovo inizio e un importante aiuto nei confronti di numerose famiglie”.
“Il ringraziamento dell’Amministrazione – ha sottolineato l’assessora al Welfare del Comune di Parma Laura Rossi commentando la riapertura dei due Centri Diurni cittadini – va a tutti coloro che si sono strenuamente adoperati nella difficile riorganizzazione complessiva necessaria alla ripresa dei servizi: operatori del Comune, di Proges e dell’Ausl che, grazie al loro impegno e con il supporto delle famiglie, stanno rendendo possibile per gli ospiti delle strutture il graduale recupero di una preziosa normalità dopo il più critico momento di emergenza sanitaria”.