Riduzione del rischio cardiovascolare: “Ruolo fondamentale degli infermieri”

di UG

Circa il 20-30% dei pazienti che hanno subito un infarto rischia di affrontarne un secondo entro due anni. Nonostante esistano strategie efficaci per prevenire le recidive, come l’adozione di uno stile di vita sano e il controllo dei fattori di rischio, dopo un anno un paziente su quattro interrompe le terapie prescritte, rappresentando una sfida importante per la salute pubblica.

Il progetto “Allepre”, condotto in sette centri cardiologici della Regione Emilia-Romagna, ha valutato l’efficacia di un programma di prevenzione secondaria completamente gestito da infermieri esperti insieme ai medici con l’obiettivo di ridurre nel tempo il rischio di eventi cardiovascolari come infarto e ictus, e di abbassare la mortalità. Una importante ricerca a livello internazionale per numero di partecipanti, con oltre duemila persone seguite da infermieri per un periodo continuativo di cinque anni, ottenendo significativi miglioramenti nelle loro condizioni di salute.

 

Open Day della cooperativa Kaleidoscopio al micronido Campanellino e al servizio di educatrice domiciliare

 

Il progetto, nato a cura del professor Diego Ardissino già primario del reparto di Cardiologia del Maggiore, si è sviluppato con la collaborazione della direttrice delle attività didattiche professionalizzanti del corso di laurea in infermieristica Rachele La Sala e dell’infermiere Giuseppe De Stefano, del direttore della struttura di Cardiologia Giampaolo Niccoli insieme alla ricercatrice Giulia Magnani. Hanno contribuito alla realizzazione dello studio la Caterina Caminiti, direttrice della struttura Ricerca clinica ed Epidemiologica e il biostatistico Giuseppe Maglietta.

La ricerca ha coinvolto principalmente uomini di circa 64 anni ricoverati per condizioni cardiache gravi quali infarto miocardico acuto o angina instabile. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, uno seguito da infermieri esperti insieme ai medici attraverso un programma strutturato e l’altro curato con l’assistenza standard normalmente prevista.

Nel gruppo di intervento, i pazienti hanno partecipato a nove sessioni educazionali individuali durante le quali gli infermieri hanno effettuato una valutazione complessiva del rischio cardiovascolare, offrendo consulenze mirate per modifiche dello stile di vita e favorendo l’adesione alle terapie. Un team multidisciplinare composto da diabetologi, nutrizionisti, specialisti antifumo e psicologi ha fornito supporto aggiuntivo in base alle necessità individuali.

I risultati emersi dallo studio, presentati recentemente al congresso internazionale di cardiologia American College of Cardiology a Chicago, mostrano una riduzione del 30% del rischio di sviluppare un nuovo evento cardiovascolare, in particolare un infarto, nei pazienti seguiti dal programma infermieristico.

Lo studio evidenzia inoltre come la figura dell’infermiere rappresenti un elemento cruciale nel percorso di cura, fungendo da primo punto di contatto con pazienti e famiglie in un momento di particolare vulnerabilità e contribuendo a instaurare un rapporto di fiducia che favorisce l’adozione di comportamenti più salutari e la prevenzione delle recidive.


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