Saranno ristrutturate sei sculture del Teatro Farnese danneggiate dai bombardamenti del ’44

SMA MODENA

È stato presentato oggi un importante intervento di restauro e valorizzazione avviato lo scorso maggio riguardante sei sculture figurative in stucco, originariamente parte della decorazione del Teatro Farnese di Parma, capolavoro del barocco europeo.

Il progetto, che al suo termine vedrà le opere esposte al pubblico in un nuovo allestimento museale permanente, integrato nel percorso del Complesso della Pilotta, è interamente sostenuto dalla Fondazione Isabel e Balz Baechi, organizzazione no profit svizzera attiva nella tutela e promozione del patrimonio culturale europeo e internazionale.

Le sculture – che raffigurano tre alfieri, due angeli (forse un Puttino e un Genietto) e una figura femminile con decorazione floreale sul petto – sono state realizzate nel 1617 dal plasticatore ticinese Luca Retti e la sua bottega in solo cinque mesi, e componevano un gruppo scultoreo di figure che miravano a contrapporre allegoricamente la Guerra e la Pace.

Gravemente danneggiate dal bombardamento del 1944, oggi le opere sono conservate in stato frammentario. Due (un alfiere e la figura femminile) non sono mai state restaurate e si trovano in condizioni di forte degrado; le altre quattro furono oggetto di interventi nel 1978 ma richiedono oggi una revisione dei supporti espositivi e degli elementi integrati.

Il restauro, condotto da Elena Zichichi ed Elena Russo sotto la direzione lavori di Gisella Pollastro, mira alla messa in sicurezza, pulitura, consolidamento e reintegrazione selettiva delle opere, nel rispetto dei materiali originari e delle tecniche esecutive polimateriche che caratterizzano questo raro insieme decorativo.

Accanto all’intervento conservativo, il progetto include una valorizzazione digitale delle sculture, che saranno ricollocate virtualmente nella loro posizione originaria all’interno di una ricostruzione 3D del Teatro Farnese, arricchita da modelli integrativi che ipotizzano l’aspetto originario delle opere prima della distruzione. Questo permetterà una fruizione immersiva, accessibile e didattica delle sculture, che non possono essere ricollocate fisicamente nella loro sede, ma che saranno oggetto di un nuovo allestimento nel percorso espositivo della Pilotta.

Stefano L’Occaso – Direttore Complesso monumentale della Pilotta

“La qualità delle statue e la loro provenienza, lo strabiliante Teatro Farnese, hanno attirato l’interesse di un munifico sponsor internazionale, al quale va la nostra gratitudine e che si prende carico di un intervento lungo e delicato. Le statue sono un patrimonio di conoscenza per la loro polimatericità, per la loro complessa natura: sono capolavori dell’effimero, realizzati con una tecnica fragile e raffinata. Paglia, corde, panni e armature metalliche costituiscono l’ossatura di queste imponenti statue in stucco, che integravano l’imponente architettura e le decorazioni pittoriche del Teatro. L’intervento si svolge nella sala del Trionfo ed è quindi un ‘cantiere aperto’, sotto gli occhi dei nostri visitatori”.

Paola Potenza – Responsabile dei progetti di restauro Fondazione Isabel e Balz Baechi

“Sostenere questo progetto significa riaffermare il valore della cultura come spazio di responsabilità, cura e trasmissione. Le sculture del Teatro Farnese, segnate dal tempo e dalla storia, ci parlano non solo di eccellenza artistica, ma anche di una memoria da ricostruire. Intervenire oggi su di esse significa conservarle nel rispetto della loro materia originaria, ma anche restituirne il senso profondo attraverso strumenti innovativi, capaci di renderle nuovamente leggibili e accessibili.

È in questo intreccio tra materia, tecnologia e pensiero che il patrimonio torna a essere spazio vivo di riflessione collettiva, capace di parlare al presente con profondità e responsabilità”.

Gisella Pollastro – Direttrice dei lavori di restauro

“Intervenire su queste sculture significa confrontarsi con una materia fragile e complessa, segnata dal tempo e dalla violenza del bombardamento del 1944.

Non è solo un lavoro di restauro, ma un gesto di responsabilità verso un patrimonio che ha attraversato la distruzione, la dispersione e la dimenticanza. Le opere oggi in restauro sono ciò che rimane di un grande allestimento scenografico, parte della storia del Teatro Farnese e della città.

Il nostro intervento mira a ricomporre, per quanto possibile, non solo le forme originarie, ma anche il contesto storico e artistico in cui nacquero. È un lavoro che unisce rigore scientifico e coscienza storica: recuperare queste sculture significa proseguire, dopo decenni, quel percorso di ricostruzione materiale e morale avviato nel dopoguerra, e fare un ulteriore passo avanti nella restituzione della memoria.

È un lavoro che unisce competenze tecniche e ricerca storico-artistica e che oggi si apre anche allo sguardo del pubblico: il cantiere allestito nella Sala del Trionfo permette a tutti di seguire da vicino questo processo, attraverso un dialogo tra restauro, tecnologia e narrazione storica. Un modo per riconnettere le persone alla memoria dei luoghi”.

LA FONDAZIONE ISABEL E BALZ BAECHI

Il progetto è reso possibile grazie al sostegno della fondazione Isabel e Balz Baechi, con sede a Zurigo, un ente filantropico privato che opera nella tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico europeo, con particolare attenzione a pitture murali, stucchi e mosaici.

Nel caso del Teatro Farnese, la fondazione ha scelto di sostenere un intervento che unisce tutela materiale e recupero di memoria storica. Le sculture, ferite dalla guerra, sono oggi al centro di un progetto che ne restituisce senso e valore. Restaurare queste opere significa anche riaffermare, in un presente segnato da nuovi conflitti, il valore della cultura come responsabilità e testimonianza condivisa.
Il progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, dove ricerca, tecnologia e impegno civile si uniscono per restituire al patrimonio culturale la sua voce più profonda.