Tre giovani rubano giubbotti da Zara in via Cavour. Bloccati e indagati per furto aggravato

di UG

Alle ore 12  di ieri la Polizia di Parma è intervenuta in Via Cavour presso il negozio “ZARA” in quanto il personale dipendente aveva bloccato due giovani responsabili di furto.

All’arrivo della pattuglia la responsabile del negozio riferiva che poco prima aveva notato tre giovani di colore entrare nell’esercizio e recarsi velocemente al piano -1 dedicato all’abbigliamento uomo.

Seguitili a distanza si avvedeva che i tre arraffavano diversi giubbotti dagli espositori e si dirigevano verso i camerini di prova, chiudendosi all’interno, per poi riuscire, scambiarsi i giubbotti tra di loro – come per provare gli stessi capi di abbigliamento – e poi ritornare a chiudersi nei camerini.

Insospettita da tale atteggiamento la donna chiamava un addetto alle vendite ma prima che questi potesse giungere per aiutarla a monitorare la situazione uno dei 3 giovani, accortosi della sua presenza, le andava incontro, le si parava davanti e, al chiaro scopo di intimorirla, le urlava che lui se ne andava perché doveva fumare, di fatto sopravanzandola ed allontanandosi.

Solo a quel punto la donna si avvedeva della presenza di almeno 3 placche antitaccheggio presenti sul banco vicino ai camerini; tramite lettore si avvedeva che il codice delle placche era riferibile proprio ai modelli di giubbotto che i giovani stavano provando.

I due giovani rimasti nel negozio si dividevano e cercavano di allontanarsi; il primo accortosi della presenza della responsabile del negozio si liberava di un giubbotto che aveva in mano poggiandolo su un banco asserendo che non gli andava bene, mentre il secondo veniva bloccato e trovato in possesso di n. 2 giubbotti, piegati e nascosti sotto il giaccone che indossava.

Tutti e tre i giubbotti, valore circa 100 euro, risultavano privi dei dispositivi antitaccheggio e pure danneggiati e quindi non più rivendibili.

I due giovani, E. F. H. classe 2000, marocchino e B. A. M. S. classe 1998, tunisino, incensurati e residenti in altre province, venivano indagati in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso ed il minore riaffidato ai genitori.

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