
L’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma ha presentato alle OO.SS.in sede di trattativa decentrata il fabbisogno triennale del personale.
Tale adempimento obbligatorio avrebbe la funzione di dichiarare e programmare le strategie di gestione delle risorse umane da impiegare per realizzare al meglio il proprio mandato istituzionale, cioè garantire il meglio delle cure e della prevenzione alla collettività. Il Segretario Ambra Biagio della UIL-FPL si rammarica nel realizzare che qualunque speranza di un “cambio di passo” nella gestione della “cosa pubblica “da parte dei vertici strategici aziendali è stata definitivamente tradita, con il silenzio-assenso delle altre sigle.
Sollevando il velo fumoso dei grandi giri di parole, ciò che si manifesta è la chiara e ferma intenzione di continuare a sostenere i nostri servizi senza alcun potenziamento degli organici residenti.
E qualunque forma di dialogo, che vorremmo incentrato sul confronto critico ed aperto, sembra irrimediabilmente piegato ad un pensiero unico, conseguenza del clima di terrore imposto su tutti i livelli organizzativi aziendali.
Le proposte messe in atto per gestire il turn-over stabilizzazione e dimissioni e le gravose carenze di personale sono assolutamente insufficienti. Come a dire, in parole povere, che si continuerà a lavorare con risorse umane al di sotto del minimo indispensabile e senza adeguati strumenti di sostegno integrativo per i lavoratori che dovranno compensare tali carenze.
Inoltre non sono state garantite adeguate misure per rimuovere quelle cause che hanno portato al profondo buco economico sui fondi del Comparto.
Troviamo inverosimile presentarsi al processo di “Unificazione” delle due azienda sanitarie con questi presupposti.
Chiunque, dotato di un minimo di buon senso, può comprendere che i vertici strategici aziendali hanno avuto mandato di contenere la spesa risparmiando sulla risorsa umana.
Dunque i nostri cittadini devono aver ben chiaro che se si ampliano aree ospedaliere, si costruiscono parcheggi, si potenziano tecnologie, si aprono nuovi servizi, lo si fa sul sangue amaro, e su sacrificio di medici, infermieri, oss e tecnici , ma anche con il rischio del conseguente mal funzionamento degli stessi . Sullo sfondo di queste disarmanti scelte gestionali, si muove uno scenario decadente le cui vicende sono descritte ormai quotidianamente su alcuni mezzi d’informazione chiaramente non allineati a questo “pensiero unico” che in modo dubbiamente consociativo impregna tutti i gangli istituzionali, non solo ospedalieri.
Si rimane sconcertati nell’apprendere l’assoluta non attrattività della scuola di specializzazione in medicina d’urgenza con soli 2 iscritti su 22 posti disponibili in egual misura continuiamo a denunciare le fughe di professionisti dall’Azienda con la perdita di alcune eccellenze.
Anche sul versante dei quadri intermedi si evidenziano situazioni piuttosto inspiegabili.
Ci sono molti reparti sprovvisti di coordinatori, le cui graduatorie dove attingere sono inspiegabilmente non utilizzate coordinamenti in servizio si siano adeguati a quanto era previsto dai contratti nazionali precedenti conseguendo il necessario master di primo livello, non di meno pare siano stati effettuati
Forse si attende che ne scadano i termini per doverne fare di nuove ed assegnare i coordinamenti secondo logiche imprecisate e poco chiare?
La UIL continua ad esercitare il proprio ruolo vigile e critico sull’operato della direzione aziendale
con il proposito di garantire assistenza sanitaria sicurezza ed il benessere di cittadini e lavoratori.