Un altro suicidio in carcere, Veronica Valenti (Garante Detenuti): “Intervenire con urgenza”

SMA MODENA
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A Parma, un altro suicidio in carcere. Una persona di 53 anni si è impiccata, ieri pomeriggio.
Ancora una volta, in isolamento. Ancora una volta, una storia di isolamento, nell’isolamento.

Ancora una volta, stiamo vivendo quella stessa drammatica sensazione di impotenza, a fronte dell’ennesimo dramma umano consumato in carcere – il quarto a Parma, dal 2024 – su cui è doveroso intervenire, con urgenza, nell’immediato, non è più possibile aspettare.

È ciò che chiedono, specie in questa giornata di lutto, così triste per Parma, le persone che condividono le iniziative in corso sulle condizioni inumane delle carceri italiane. È stata indetta, per oggi, una mobilitazione dei Garanti locali promossa dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali; continua poi, anche a Parma, il digiuno a staffetta a cui hanno aderito diversi Avvocati, Magistrati, Professori universitari, Consiglieri e Assessori locali di Parma per chiedere l’introduzione di misure deflattive del sovraffollamento e cura di una politica pubblica, quella della ‘rieducazione’, che deve essere concretamente funzionale al reinserimento delle persone.

Ma dove può esserci ‘rieducazione’ dove mancano le minime condizioni di rispetto della dignità della persona umana e delle garanzie per la salute psicofisica di tutti coloro che, a vario titolo, fanno parte dell’istituzione penitenziaria?

Gesti simbolici e parole di indignazione e di denuncia non possono rimanere fine a sé stessi ma devono tradursi nell’immediato in fatti concreti, perché il carcere non è un mondo a parte, ma parte della nostra società, che merita in modo imprescindibile maggiore attenzione e cura.

Veronica Valenti – Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Parma