Una mozione consigliare sugli immobili della Chiesa e delle Congregazioni inutilizzati o sottoutilizzati (di MarcoMaria Freddi)

SMA MODENA
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Questo pomeriggio, 6 Dicembre, presenterò in Consiglio Comunale, per la seconda volta, la mozione immobili della Diocesi e delle congregazioni inutilizzate o sottoutilizzate, un appello al Vescovo perché la Chiesa Cattolica, la Diocesi e le Congregazioni Religiose, contribuiscano ad alleggerire la pressione dell’emergenza abitativa e dell’accoglienza dei poveri.

Un contributo che la chiesa cattolica e le congregazioni devono alla comunità dei cittadini dello Stato Italiano come restituzione di quanto, grazie al Concordato, viene concesso alla Chiesa cattolica come contributo diretto o di esenzione fiscale, un contributo che pesa poco meno di sette miliardi all’anno sulle casse dello Stato e questo, al netto della recente esenzione fiscale della Tari.

Potrei raccontare nel pomeriggio in Consiglio Comunale, degli scandali finanziari del Vaticano, dell’uso improprio dell’Obolo di San Pietro e dell’8 per mille, quell’otto per mille alla “Chiesa cattolica che fa molto, per tanti”, ma questo non lo farò.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale dello scandalo della speculazione immobiliare di Londra e dei sequestri dei conti milionari di prelati coinvolti nella immobiliare londinese e dei 200 milioni di dollari depositati alla Credit Suisse di Lugano utilizzati per l’acquisto del palazzo di Sloane Avenue 60, ma anche questo non lo farò.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale di un convento dei francescani svenduto per costruire villette sul litorale romano, una operazione immobiliare che coinvolge il Vaticano oltre all’Ordine dei Francescani, un convento chiesto dalle mille voci del terzo settore locale per nuovi usi sociali e che, forse, solo un intervento della regione Lazio potrà salvarlo ma, per rispetto di “sorella povertà”, anche questo non lo farò.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale della villetta di strada quarta a Parma, lascito alla diocesi di Parma che per vent’anni è rimasta chiusa e disabitata e che solo sei mesi fa è stata finalmente data in uso a Don Umberto Cocconi.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale della casa di Via Achille Pelizzari, 6 in zona Cittadella, una villetta che appartiene ai Saveriani e all’ASL, della disponibilità totale dei missionari saveriani a parlarne per darla in uso, in affitto, a nuovi contenuti sociali e della difficile interlocuzione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, che al netto dei tecnicismi del materialismo giuridico, non riesce a comprendere il dovere alla restituzione.

Restituzione che anche loro devono alla comunità di Parma, poiché alcune associazioni a Parma fanno ciò che loro dovrebbero fare loro come istituzione, perché i daspo urbani ed il carcere hanno preso il posto delle unità di strada, dei percorsi sociosanitari e della psichiatria territoriale ma anche di questo non ne parlerò.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale della villetta a Colorno, donata un paio d’anni fa alla Diocesi, da allora in stato di abbandono totale dove le erbacce sono la cifra dell’incuria di un dono, ma anche di questo non ne parlerò.

Potrei raccontare in Consiglio Comunale del convento San Antonio Abbate, in piazzale Santo Stefano di fronte alla Prefettura, convento abbandonato, un immenso immobile con giardino che potrebbe ospitare, come avvenuto per l’ex-comunità di accoglienza Biondi, tante famiglie con bambini.

Così come potrei raccontarvi della chiesa adiacente al convento di San Antonio Abbate, chiesa sconsacrata, che potrebbe essere destinata a dormitorio freddo, un dormitorio a bassa soglia ma anche di questo non ne parlerò.

Avrei potuto ma non lo farò, in Consiglio Comunale si sentirà un solo coro consigliare che mi ricorderà quanto la “Chiesa cattolica fa già molto, per tanti”.

Ma nonostante la preannunciata nuova sconfitta, non abbandonerò la lotta per la libertà individuale, l’equità e la giustizia sociale, la lotta per combattere le ipocrisie ed i buonismi pelosi, continuerò sulla mia strada poiché la città è composta anche di persone vere, disinteressate il cui impegno sociale e ideale non si ferma di fronte agli interessi di parte ma ha rispetto di ciò che deve essere rispettato e sa che non deve alcun rispetto a prescindere a nessuno.

Ringrazio le ragazze ed i ragazzi di Rete Diritti in Casa e ArtLab, cui riconosco la forza ideale di un impegno che non trova spazio ed ascolto nelle istituzioni ma che mi fanno sentire meno solo nella mia lotta nonviolenta.

MarcoMaria Freddi

Radicale, militante dell’Associazione Luca Coscioni e Eumans

Consigliere Comunale di Parma