
Mercoledì 22 febbraio si parlerà di LIS (Lingua dei Segni Italiana) all’Auditorium di APE Parma Museo, dalle 16:30 alle 17:30. È in programma, infatti, la conferenza Vedere voci, ultimo appuntamento del ciclo di eventi satellite della Mostra Vedere l’invisibile organizzata dall’Università di Parma.
La LIS è stata riconosciuta dal Parlamento italiano nel 2021 e dal Decreto del 10 gennaio 2022 (che definisce le Disposizioni in materia di professioni di interprete in lingua dei segni italiana e lingua dei segni tattile) come lingua in sé e per sé. Infatti, come tutte le lingue, produce una sua cultura specifica ed esiste una Comunità che vi si riconosce e vi si rispecchia.
Interverrà Pietro Celo, docente di LIS al Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dell’Università di Parma (oltre che al Dipartimento di traduzione e interpretazione di Forlì, Università di Bologna, e alla SSML San Domenico di Fermo – Scuola Superiore per Mediatori Linguistici – in un progetto pilota di cui l’Università di Parma è consulente scientifico), con una relazione che riprende il titolo del volume di Oliver Sacks Vedere voci. Durante l’incontro dialogherà con Davide Astori, linguista e docente dell’Ateneo, sui diversi aspetti del mondo della Sordità.
Pietro Celo, figlio di genitori sordi, già dai tempi della laurea in Lettere alla Statale di Milano nel 1993 si occupa di Linguistica della Lingua dei Segni Italiana, educazione del bambino sordo, interpretazione e traduzione nella Lingua dei segni. Inoltre, è autore dei recenti libri Il maestro dei segni, parodia sull’educazione dei sordi nell’Ottocento (Soncini Ed., Parma, 2022) e Appunti di linguistica pratica di lingua dei segni italiana. Manuale per principianti (Uninova, Parma, 2023).
Da settembre si prevede di far partire all’Università di Parma il primo anno del Corso di Laurea a orientamento professionalizzante in Interprete in Lingua dei Segni Italiana (LIS) e Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST), a sottolineare l’attenzione e la sensibilità per queste tematiche che l’Ateneo coltiva ormai da anni.