Vignali e Castaldini: “Ecco il programma di legislatura di Forza Italia alternativo a quello di De Pascale”

di UG

La conferenza stampa di presentazione è stata partecipata da esponenti di Forza Italia provenienti da tutta l’Emilia-Romagna. Nel corso di essa è intervenuto telefonicamente dall’India, dove si trova in missione, il Ministro degli esteri e Segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. “Siamo un partito in crescita ma non ci dobbiamo fermare – ha dichiarato Tajani – L’iniziativa di un nostro programma di legislatura regionale diverso da quello della Giunta di sinistra in una Regione così importante come l’Emilia-Romagna è molto positiva. Dimostriamo di essere un’alternativa credibile e di essere il centro che la sinistra ha perso. Noi comunque per gli emiliani e i romagnoli lavoriamo anche dal Governo. Oggi sono in India e domani in Giappone proprio per difendere gli interessi di regioni industriali come l’Emilia-Romagna aprendo a nuovi mercati. Sui dazi confermiamo la linea del no alla guerra commerciale. Serve trattare e soprattutto di evitare il panico.”

“Dall’ipotesi di contromanovra per arrivare a idee e proposte su sanità, ambiente, infrastrutture e tutti gli altri campi di competenza della Regione, con il nostro programma di legislatura lanciamo un progetto per colmare le lacune e correggere le distorsioni di quello di sinistra della Giunta De Pascale”. Così hanno esordito i consiglieri del Gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Pietro Vignali presidente del Gruppo, e Valentina Castaldini consigliere questore dell’Assemblea legislativa, per illustrare l’iniziativa di un programma di legislatura alternativo a quello della Giunta De Pascale per la loro attività.

 



 

“Il progetto amministrativo di De Pascale è assolutamente in continuità con i tanti errori commessi da quello di Bonaccini perché la maggioranza di sinistra è incapace di fare autocritica anche di fronte a fallimenti evidenti, si veda il caso dei CAU – hanno proseguito i due Consiglieri forzisti – Non si riesce a distaccare dall’accentramento funzionale sul capoluogo, subendo l’influenza deleteria del sindaco Lepore ma che penalizza anche la stessa Bologna. Non hanno fatto una seria analisi dei fabbisogni dei vari territori che consentirebbe di rinverdire il policentrismo, ovviamente aggiornandolo alle nuove esigenze delle varie popolazioni.

Per questo abbiamo già iniziato ad organizzare riunioni in tutte le province. Questa loro approssimazione ha portato alla mazzata fiscale dell’ultimo bilancio per coprire buchi sulla sanità creati soprattutto con la pandemia. Le altre Regioni del nord hanno operato meglio senza provocare buchi così ampi. Eppure, si poteva evitare di penalizzare così famiglie e imprese. Ci sono tantissime risorse da recuperare dalle spese improduttive. Da lì nasce la nostra proposta di contromanovra, purtroppo inascoltata: 180 milioni da ridurre nelle spese di parte corrente su voci diverse dalla sanità, 20 da recuperare negli stanziamenti per altri enti, 20 dagli accantonamenti per fondi rischi e altri fondi, almeno altri 30 da diversi fondi, più l’attivazione di una task force interna per il recupero crediti rottamando alcune categorie di essi. Soprattutto, continuiamo ad avere dubbi sull’introduzione dei ticket sui farmaci.

Anche perché nella legge di bilancio è indicato che sarebbero stati pagati solo da chi ha un reddito superiore ai 36.000 € mentre per la delibera che li ha introdotti nottetempo, senza che noi consiglieri ne potessimo conoscere i contenuti, li pagheranno tutti (tranne gli esenti). Un’operazione vampiresca se si pensa che con il superticket di Errani del 2011 si ricavarono 24 milioni all’anno ed ora l’obiettivo è ricavarne 50 in soli 7 mesi quest’anno e 70 a regime nei due successivi. Partendo dall’attualità, sui dazi USA la Regione dovrebbe sostenere la linea Tajani dell’Europa unita per le contromisure che non siano ritorsioni. A livello di Regione proponiamo di pensare ad una maggiore apertura al mercato dell’America latina e a spingere per rivedere le politiche estreme ambientaliste che hanno ingessato l’Europa in questi ultimi anni. Questa è comunque una Regione ferma al preconcetto di essere la migliore possibile. In questo programma elaboriamo proposte in tutte le materie di competenza regionale. Cercheremo di smuoverla partendo proprio da proposte sulla sanità. Per i già accennati CAU che vanno ripensati facendo tesoro delle pur poche buone pratiche, per aumentare il personale che non è una questione solo economica da scaricare sul Governo, per le liste d’attesa che ancora spesso vengono chiuse disattendendo promesse e pure norme, per ripotenziare gli ospedali periferici, per risolvere le incertezze e le inadeguatezze dell’edilizia sanitaria come sull’Ospedale di Piacenza. Ci vuole più lungimiranza e più coraggio sulle politiche abitative anche guardando ad una migliore collaborazione con il privato. Insistiamo perché la Regione non continui a non fare nulla sulla sicurezza, perché ci vuole una polizia locale che sia di prossimità e operativa sempre h24 nei centri urbani anche per contrastare le baby gang. Basta assuefazione alle politiche green per quanto riguarda l’ambiente, a cominciare dalla rimozione del divieto per gli euro 5 che partirà a ottobre.

Per la montagna interventi strutturali che migliorino in modo diffuso la vita dei suoi abitanti e non più quelli a pioggia che servono solo a pochi. Il sostegno al turismo deve riguardare tutto il territorio regionale anche i settori finora ignorati come quello delle stazioni termali tradizionali o poco considerati come i piccoli borghi, le bandiere arancioni e i luoghi giubilari. A proposito, sul problema Bolkestein/concessioni balneari, la Regione non si nasconda e supporti i comuni con linee guida per individuare gli strumenti di evidenza pubblica più idonei a valorizzare esperienza e radicamento territoriale. Sugli alluvioni continuiamo a sostenere che ci vuole un’analisi più approfondita delle loro cause. Noi, intanto, abbiamo già cominciato a fare un nostro monitoraggio costante e frequente su come avanzano le troppe opere incompiute.

È una questione di difesa del suolo che va tutelato anche con una profonda riforma dell’attuale legge urbanistica regionale. Il suo dirigismo e controllo ossessivo ha fallito sotto ogni punto di vista. Least but not last, le infrastrutture. Innanzitutto sbloccare il passante di Bologna e una colonna vertebrale autostradale a quattro corsie da ovest a est dell’Emilia-Romagna. Ma anche collegamenti pedemontani, investimenti sulle strade in montagna anche comunali (come da emendamento al DEFR che abbiamo concordato con il PD), ponti sul Po, viabilità Forlì Ravenna, Campogalliano Sassuolo, Tibre raddoppi ferroviari di pontremolese, Bologna Ravenna, Faenza Firenze e fermata Alta velocità a Parma. Senza dimenticare che bisogna fare presto ad integrare gli aeroporti regionali.”


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