
“Fa piacere che, dopo anni di nostre richieste e di promesse, sia iniziato il servizio h24 della polizia municipale. Non è la prima volta che viene introdotto nella nostra città. Il servizio era stato infatti sperimentato nel fine settimana e al mercoledì dall’allora assessore Fabio Fecci durante la mia amministrazione. Speriamo che sia l’inizio di un cambio di passo nella gestione del corpo e della sicurezza in città visto che, ad oggi, le politiche adottate non hanno funzionato”. Così interviene Pietro Vignali, ex sindaco di Parma e oggi consigliere di monoranza.
“Basta ricordare – prosegue – il cambio continuo di comandanti (ben 3 negli ultimi 3 anni senza considerare gli altri 6 cambiati negli anni precedenti). Da un mese siamo senza sia comandante (nonostante si sapesse da aprile che Riva Cambirno sarebbe andato) sia vice. E questo è un dato che parla da solo”.
“Abbiamo assistito ad un continuo via vai che ha avuto conseguenze disastrose sulla città e sul corpo dei vigili. Sono stati smantellati servizi essenziali come i vigili di quartiere, il nucleo cinofilo e infine quello investigativo. Già nei mesi scorsi il sindacato, con una lettera denuncia, aveva segnalato grosse criticità: dalla mancanza di veicoli per le pattuglie e di strumentazioni alla carenza nella gestione e nella organizzazione del servizio dove i pochi vigili urbani che si vedono in città si preoccupano esclusivamente di svolgere attività di carattere amministrativo e di elevare multe senza alcuna attività di controllo e di presidio del territorio, specialmente nelle zone più esposte al degrado e ai pericoli connessi alla microcriminalità”.
“E gli effetti si vedono. La città è ostaggio di risse tra bande, regolamenti di conti, spaccio, pestaggi, accoltellamenti, spaccate, furti nelle auto e nelle abitazioni. Fenomeni che stanno alterando la fisionomia di interi quartieri. Paghiamo anni d’immobilismo, errori e sottovalutazione dei problemi. E a tre anni di distanza dall’insediamento della nuova Giunta, la situazione è ulteriormente peggiorata. Sono i fatti a confermarlo. 400 reati con oltre 80 spaccate solo negli ultimi 5 mesi. Parma da sempre città tranquilla e civile dove siamo abituati a vivere bene e caratterizzata storicamente da un’alta qualità della vita non è più disposta a tollerare questi fenomeni di straordinaria microcriminalità”.
“Qui non si tratta di fare la voce grossa o di criticare per spirito di parte. Servono politiche per la sicurezza e per il degrado dove il Comune ha competenza piena e dove finora ha è fallito completamente. Come ha fallito completamente nella politica commerciale. Il regolamento per il commercio che aveva l’obiettivo di limitare quelle attività (come minimarket) che creano problemi di sicurezza e degrado è stato prima tenuto nel cassetto, poi depotenziato e ora non viene fatto rispettare”.
“Non parliamo poi degli inutili street tutor che tra l’altro, dopo la presentazione roboante fatta dalla giunta, sono anche spariti dalle strade (come è successo per il San Leonardo). Servono invece vigili di quartiere veri nelle strade e non negli uffici (come succede in piazzale Bertozzi nel San Leonardo) regolamenti seri per contrastare l’abuso nella vendita di bevande alcoliche, nuclei specializzati di polizia municipale per la sicurezza, decoro e cinofili, presidi fissi e mobili e pattugliamenti misti con le altre forze dell’ordine”.
“A tutto questo vanno aggiunte politiche di riqualificazione degli spazi pubblici e per riempire di funzioni i tanti contenitori abbandonati (pensiamo solo a quelli del San Leonardo) oltre al miglioramento del decoro. Una città più curata e pulita è anche una città più sicura. È la teoria della finestra rotta. Tutto ciò che non abbiamo visto in questi tre anni”.