“Welcome to foodland”: inaugurata oggi la più grande vetrina dell’alimentare made in Italy

SMA MODENA

Inaugurata in mattinata la ventiduesima edizione di Cibus, al taglio del nastro erano presenti Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, assieme a Michele Guerra, sindaco di Parma, Andrea Massari, presidente della Provincia e a Stefano Bonaccini presidente della Regione dell’Emilia-Romagna.

Dopo il convegno di apertura e l’avvio ufficiale della principale vetrina per il settore agroalimentare Made in Italy, che si prevede quest’anno supererà ogni altra per numero di espositori (oltre 3.000 brand e 2000 buyer della grande distribuzione italiana e internazionale), sono stati siglati e presentati diversi importanti accordi.

Mediterranea, l’associazione nata a gennaio scorso da un accordo tra Confagricoltura e Unione Italiana Food, ha presentato, alla presenza dei ministri Lollobrigida e Urso, il suo primo progetto: l’accordo di filiera sul pomodoro da industria.

Rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni ed efficientare la rete logistica e dei sistemi di stoccaggio, sono infatti tra gli obiettivi dichiarati di Mediterranea e questo primo progetto va esattamente in tale direzione.

L’Italia, con oltre 5 milioni di tonnellate è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina. Seguono la Turchia, con circa la metà della produzione italiana, e la Spagna, che ha una produzione sostanzialmente equivalente. I “top five producer” di pomodoro da industria rappresentano quasi il 70% della produzione mondiale.

In Italia si sono coltivati nel 2023 oltre 68mila ettari, per il 57% nel nord Italia e per il 43% nel centro-sud. Le superfici sono in aumento, mentre la produzione è in flessione (-1,3%) sostanzialmente per motivi climatici.

Tra gli obiettivi del progetto di Mediterranea, l’individuazione di modelli organizzativi, tecnologici ed industriali a supporto di una garanzia qualitativa, nutrizionale e geografica dei prodotti a base di pomodori da industria.

Afidop (Associazione formaggi italiani Dop e Igp) e Fipe Confcommercio, (Federazione italiana pubblici e sercizi puntano invece sui ristoranti per valorizzare e tutelare le eccellenze casearie del nostro paese, fornendo a ristoratori e chef uno strumento che aiuti a raccontare questa ricchezza ai consumatori.

Le due associazioni hanno annunciato l’intesa per promuovere, in Italia e all’estero, due settori strategici del made in Italy: i formaggi certificati, primo comparto del cibo Dop italiano, con un valore al consumo di 8,6 miliardi di euro, e la ristorazione che, con i suoi 92 miliardi di euro di consumi, è un punto di riferimento fondamentale delle produzioni agroalimentari di qualità.

Afidop e Fipe hanno siglato un protocollo d’intesa e hanno lanciato le prime linee guida destinate alla ristorazione per garantire una maggiore tutela e valorizzazione dei prodotti caseari certificati nei ristoranti. Un primo passo anche per contrastare l’Italian sounding.

Uno studio promosso da AFIDOP e realizzato da GriffeShield su oltre 20mila ristoranti italiani rivela che l’intesa tra AFIDOP e FIPE arriva al momento giusto: oggi i formaggi DOP sono di casa in un ristorante italiano su 4, ma solo uno su 10 li valorizza, riportandone la corretta denominazione nel menu.  

Le linee guida arrivano in un momento propizio per i consumi fuori casa (+7% a valore nel 2023), con la ristorazione tornata finalmente sopra i livelli pre-Covid (+3,9%), ma anche per i formaggi certificati. I 55 formaggi a denominazione DOP e IGP italiani, infatti, a fronte di 590mila tonnellate prodotte nel 2023, arrivano a un fatturato alla produzione che va ormai ben oltre i 5 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del valore totale alla produzione dei prodotti lattiero-caseari italiani.

Corre anche l’export: i formaggi DOP-IGP rappresentano ormai stabilmente quasi il 60% del fatturato export dei formaggi nazionali, per un valore stimato che sfiora i 3 miliardi di euro (+11%). E il 2024 si apre con dati in crescita: a gennaio sono soprattutto Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+25% in volume) a fare da traino; bene anche il Gorgonzola (+7%), il Pecorino Romano (+4%), i duri Dop grattugiati (+16%).