1 settembre 2007: debutta “Into the Wild” di Sean Penn

SMA MODENA
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Into the Wild (Nelle Terre Selvagge) è un film scritto e diretto dal regista americano Sean Penn che ha fatto il suo debutto ufficiale il 1 settembre 2007 al Telluride Film Festival, prima di essere distribuito su larga scala il mese successivo. Basato sull’omonimo libro di Jon Krakauer pubblicato nel 1996, il film racconta la vera storia di Christopher Johnson McCandless (12 Feb 1968-18 Ago 1992), giovane di famiglia benestante che, dopo la laurea ottenuta nel 1990 all’università di Atlanta, donò tutti i suoi risparmi, tagliò qualsiasi legame coi famigliari e iniziò a viaggiare attraverso gli Stati Uniti tenendo un diario in cui registrava i suoi pensieri ed esperienze.

Il giovane McCandless attraverserà gli sconfinati deserti del sud ovest, scenderà le rapide del Grand Canyon in kayak e risalirà la costa della California fino ad arrivare in Alaska nell’inverno del 1992. Nel mese di agosto di quell’anno, attorno al 18, McCandless morirà all’età di 24 anni, probabilmente di inedia dopo aver ingerito a sua insaputa bacche tossiche per l’uomo che lo indebolirono nel fisico al punto da impedirgli di allontanarsi e cercare aiuto. Il suo corpo venne scoperto alcune settimane più tardi da alcuni cacciatori all’interno del bus abbandonato nel parco nazionale di Denali, dove il giovane aveva trascorso l’ultima parte della sua vita.

Nel film Emile Hirsch interpreta il ruolo di McCandless, insieme ad un cast di ottimi attori che annovera Hal Holbrook, che per la parte recitata ha ricevuto una nomination all’oscar come miglior attore non protagonista, William Hurt, Catherine Keener, Vince Vaughan, Jena Malone e Marcia Gay Harden.

Quarta opera di Penn come regista, Into The Wild è un film on the road dai forti contenuti drammatici, che veicola una critica manifesta nei confronti della società dei consumi, dei suoi valori vuoti e bisogni indotti da cui l’individuo viene piagato, ma alla quale è anche difficile sottrarsi integralmente senza rischiare di autodistruggersi.

Mentre il giovane McCandless lotta contro le avversità della natura per sopravvivere nelle terre dell’Alaska, la sua crescente fragilità si accompagna e si mescola alla grandezza della fotografia e dei paesaggi in un modo che è al tempo stesso iconico e straziante. Le vicende del giovane si svolgono sullo sfondo della colonna sonora di Eddie Vedder, cantante dei Pearl Jam, che nel brano “Society” fa emergere in modo esemplare l’autentico spirito del dramma umano di Chris MacCandless.

Alessandro Guardamagna