
Il 18 luglio 1942 i tedeschi provano in volo per la prima volta il Messerschmitt Me 262, utilizzando solo i suoi jet.
Il Messerschmitt Me 262 era un bimotore a getto da caccia multiruolo ad ala a freccia sviluppato e prodotto dall’azienda tedesca Messerschmitt AG negli anni quaranta. Impiegato dalla Luftwaffe, l’Aeronautica militare dell’allora Germania nazista durante le fasi finali della seconda guerra mondiale, detiene il primato di essere stato il primo caccia della storia con motore a getto ad entrare in servizio operativo e il primo caccia bireattore.
Le versioni principali erano da caccia, soprannominata “Schwalbe”, in tedesco rondine, bombardiere soprannominata “Sturmvogel”, uccello delle tempeste e da addestramento biposto
È considerato l’aereo più avanzato utilizzato dai tedeschi, precorritore anche dei jet da combattimento realizzati nell’Unione Sovietica nell’immediato dopoguerra. Secondo alcuni storici alleati, con il Me 262 l’industria aeronautica tedesca creò un aereo che teoricamente avrebbe potuto vincere la guerra per la difesa aerea e ridare alla Luftwaffe la supremazia in territorio tedesco.
Confrontato con i caccia in dotazione agli alleati in quel periodo, compreso il Gloster Meteor che sarebbe entrato in servizio di lì a poco, il jet tedesco si rivelava più veloce e più potentemente armato. Ma numerosi problemi di messa a punto ritardarono l’entrata in servizio e i problemi tecnici di cui soffriva ne resero operativo un numero troppo limitato di esemplari per poter influenzare le sorti della guerra aerea in Europa. Tuttavia, a differenza degli aerei a reazione degli alleati, che furono usati limitatamente in servizio operativo e senza scontrarsi con i velivoli nemici, i Me 262 abbatterono oltre 100 aerei, tra bombardieri e caccia.
Dalla ricerca dell’Ing. Giorgio Danilo Cocconcelli pubblicata col titolo di “Tunnel Factories” (2001) e dal successivo omonimo documentario del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina (2010) si apprende che presso la galleria Caproni di Torbole (Trento), sotto la direzione dell’Ingegner De Pizzini, venivano costruiti particolari e lamierati dei Me 262. Testimonianze, ma ancora di più i piani originali del Me 262 ritrovati durante le riprese del documentario in una cartella di proprietà dell’ingegnere stesso, confermano questi fatti.