
Il 29 luglio 1976 a New York, il Figlio di Sam estrae una pistola da un sacchetto di carta, uccidendo una persona e ferendone un’altra, nel primo di una serie di attacchi che terrorizzano la città per tutto l’anno seguente.
David Richard Berkowitz, più noto con i soprannomi Son of Sam o .44 Caliber Killer (New York, 1º giugno 1953), è un serial killer statunitense.
Ha confessato l’uccisione di 6 persone e il ferimento di molte altre a New York tra il 1976 e il 1977. Il suo caso è ancora aperto perché si sospetta la presenza di complici negli omicidi.
Berkowitz nacque con il nome di Richard David Falco a Brooklyn, New York dalla coppia composta da Betty Broder e Tony Falco. Betty lasciò il marito e sposò Joseph Kleinman che non accettò il figlio nato dalla precedente relazione della donna. David, appena nato, venne dato in adozione a Nathan e Pearl Berkowitz. Era un bambino molto intelligente, ma presto cambiò carattere diventando un piromane e un ladro. Iniziò a giocare a baseball ma non ebbe molto successo per il suo comportamento inadeguato e violento. Pearl morì di cancro nel 1967. Nel 1971 Berkowitz si arruolò nell’esercito degli Stati uniti dove rimase fino al 1974. Tornato in patria scoprì l’identità della sua vera madre, ma dopo poche visite non si fece più vedere. Prima del suo arresto lavorò come guardia privata e postino.
La prima vittima di Berkowitz fu una donna uccisa alla fine del 1975, raggiunta da una coltellata che non la ferì a morte. Un’altra vittima fu Michelle Forman, ma le ferite lievi le permisero di essere dimessa dall’ospedale. Poco tempo dopo Berkowitz si trasferì a Yonkers.
Nell’estate del 1976 iniziò una serie di agguati con un’arma da fuoco che terrorizzarono New York e che la stampa definì opera del “The .44 Caliber Killer”. La sera del 29 luglio 1976, Jody Valenti (19 anni) e Donna Lauria (18 anni) furono entrambe colpite da colpi di pistola in un parcheggio del Bronx: Lauria morì ma Valenti sopravvisse. Il 23 ottobre del 1976 ci fu un’altra sparatoria nel quartiere Queens, sempre in un posteggio. Carl Denaro (19 anni) fu colpito alla testa ma sopravvisse. La compagna, Rosemary Keenan, rimase illesa. Un mese dopo, il 26 novembre 1976, Donna DeMasi (16 anni) e Joanne Lomino (18 anni) furono raggiunti da colpi di pistola nello stesso quartiere del precedente attacco. La DeMasi fu solo ricoverata per le ferite mentre Lomino rimase paralizzato.
Il 30 gennaio 1977 toccò ad una coppia, Christine Freund (26 anni) e John Diel, sempre in un parcheggio: Diel sopravvisse ma la Freund morì. La polizia annunciò che la vittima era stata colpita da una revolver calibro 44 Charter Arms Bulldog. La successiva vittima fu nuovamente uccisa da una calibro 44. La polizia iniziò a sospettare la connessione tra le sparatorie e notò che tutte le vittime erano giovani donne con i capelli lunghi e scuri o giovani coppie, sempre colpite in parcheggi. L’8 marzo del 1977 la studentessa Virginia Voskerichian (21 anni) fu uccisa sul colpo nel solito quartiere Queens. Nella conferenza del 10 marzo 1977 la polizia annunciò il rafforzamento dell’operazione contro il criminale con l’utilizzo di 300 agenti.
La polizia iniziò a fermare vetture Volkswagen gialle (che secondo testimonianze erano sempre presenti sui luoghi dei crimini) e cercarono di localizzare i possessori di centinaia di calibro 44 Bulldog. Il killer colpì ancora il 16 aprile del 1977. Alexander Esau (20) e Valentina Suriani (18) furono entrambi uccisi nel Bronx a pochi passi dal luogo della sparatoria di Demasi/Lomino. Sulla strada, vicino alle vittime, fu ritrovata una lettera indirizzata al capitano dell’operazione Joe Borelli. Scritta in modo sgrammaticato, la lettera fornì lo spunto per il nuovo soprannome dell’assassino: il figlio di Sam.
Così vi era scritto: «Mi ha molto ferito il fatto che tu mi abbia definito un misogino. Non lo sono. Ma sono un mostro. Io sono il “figlio di Sam”. Io sono un piccolo monello. Quando padre Sam beve, diventa meschino. Picchia la sua famiglia. Qualche volta mi costringe ad andare fino al retro della casa. Altre volte mi chiude nel garage. Sam ama bere sangue. “Vai fuori e uccidi” comanda padre Sam. Dietro casa nostra qualcosa resta. Per lo più giovani – violentati e massacrati – il loro sangue ormai colato – adesso sono ossa. Papa Sam mi chiude in soffitta talvolta. Io non posso uscire ma posso guardare fuori e vedere il mondo scorrermi davanti. Mi sento un outsider. Io sono su una diversa lunghezza d’onda rispetto a tutti – programmato per uccidere. Comunque, per fermarmi dovete uccidermi. Attenzione polizia: sparatemi prima – mirate alla testa o tenetevi alla larga o morirete! Papa Sam è vecchio adesso. Ha bisogno di sangue per preservare la sua giovinezza. Ha anche avuto molti infarti. “Ugh, mi duole, mi fa male, caro ragazzo.” Più di tutto mi manca la mia dolce principessa. Lei è rimasta nella nostra casa femminile. Ma la vedrò presto. Io sono il “Mostro” – “Beelzebub” – il rotondo behemoth. Io amo cacciare. Girando furtivamente nelle strade cerco il bel gioco – saporita carne. Le donne di Queens sono le più carine. Dev’essere l’acqua che bevono. Io vivo per cacciare – la mia vita. Sangue per papà. Mr. Borelli, signore, io non voglio più uccidere. No signore, non più ma devo, “onora il padre”. Io voglio fare all’amore con il mondo. Amo la gente. Io non appartengo alla terra. Riportami su yahoos. Alla gente di Queens, io vi amo. E voglio augurarvi una lieta Pasqua. Possa Dio benedirvi in questa vita e nella prossima. E per adesso dico addio e buonanotte. Polizia: lasciatevi perseguitare da queste parole: Io tornerò! Io tornerò! Che va interpretato così – bang bang bang, bank, bang – ugh!! Vostro nell’assassinio, Mr. Monster. »
Secondo gli psicologi l’uomo doveva essere afflitto da schizofrenia. Il 26 giugno 1977 ci fu un altro agguato. Sal Lupo e Judy Placido (17 anni) avevano lasciato una discoteca a Bayside, un sobborgo del Queens. Secondo la BBC la coppia era in macchina quando fu colpita dagli spari. Entrambi furono feriti ma nessuno dei due in modo grave. Berkowitz fu descritto dai sopravvissuti o come un uomo di altezza media, con i capelli corti, scuri e ricci e leggermente tozzo o come un uomo alto e magro, una sorta di hippie, con capelli lunghi marroncini. La polizia sospettò che il killer stesse usando una parrucca.
Il 30 maggio 1977 un redattore del New York Daily News, Jimmy Breslin, ricevette una lettera del killer che una settimana dopo fu pubblicata dallo stesso giornale. Questo è parte del testo della lettera: « Ciao dal rigagnolo di N.Y.C. che è alimentato da escrementi di cane, vomito, vino stagnante, urina e sangue. Ciao dalle fogne di N.Y.C. che ingoiano queste bontà quando sono lavate dai camion dei netturbini. Ciao dalle fessure nelle strade di N.Y.C. e dalle formiche che scendono in queste buche e mangiano il sangue dei morti nascosti in queste fessure… ».
Lo scrivente diceva di essere fan di Breslin, scrivendo, “J.B., io voglio dirti che io ho letto il tuo articolo sul giornale e l’ho trovato molto interessante”. Inoltre il folle aggiunse: “Cosa farete il 29 luglio?” (l’anniversario della prima sparatoria). Breslin chiese all’assassino di arrendersi, ma il folle non gli diede ascolto e sparò ancora il 31 luglio 1977: Stacy Moskowitz (20 anni) e Robert Violante (20 anni) furono entrambi colpiti alla testa in un parcheggio di Brooklyn: Moskowitz morì, ma Violante sopravvisse.
La sera dell’attacco a Moskowitz e Violante, Cecilia Davis, che viveva vicino al luogo del crimine, vide un uomo rimuovere un biglietto del posteggio da una Ford Galaxie gialla parcheggiata vicino a un idrante. Davis vide l’uomo pochi minuti dopo la sparatoria e due giorni dopo avvertì la polizia. Un detective di Yonkers, una cittadina due miglia a nord di Manhattan, chiamò la polizia dicendo di avere dei sospetti su un certo Berkowitz, che, secondo loro, aveva commesso strani crimini a Yonkers che avevano similitudini con la lettera del Figlio di Sam.
Quando la polizia perquisì l’automobile posteggiata nella casa di fronte all’appartamento dell’uomo, la polizia trovò l’arma, delle mappe dei luoghi delle sparatorie e una nuova lettera diretta al sergente Dowd. Berkowitz fu arrestato a Yonkers il 10 agosto 1977; non oppose resistenza. Le prime parole dopo l’arresto furono: “Mi avete preso. Perché ci avete messo così tanto?” (“You got me. What took you so long?”).
Confessò tutti i suoi crimini in soli trenta minuti di interrogatorio. Durante le domande però Berkowitz sembrò suggerire alla polizia la propria infermità mentale, in quanto disse che il “Sam” menzionato nella prima lettera era un certo Sam Carr, un suo vicino di casa. Berkowitz disse inoltre che il cane di Carr, Harvey, era posseduto da un vecchio demone e che la stessa bestia gli ordinava di uccidere. Berkowitz disse di aver tentato di uccidere il cane ma ogni volta l’animale lo bloccava con una sorta di interferenza sovrannaturale. Secondo il giornalista Maury Terry, Berkowitz ripeté più volte durante l’interrogatorio: “Stacy era una prostituta”, riferendosi a Stacy Moskowitz, l’ultima sua vittima. Il 12 giugno 1978 fu condannato a sei ergastoli per omicidi plurimi. Successivamente, il killer affermò che la canzone di Hall & Oates Rich Girl, lo spinse, tra le altre cose, a commettere gli omicidi di cui si era macchiato.
Berkowitz si fece soprannominare dai compagni di cella “David Berserkowitz” e fu riconosciuto come un satanista, ammettendo di aver preso parte ad alcuni riti violenti. Nell’ottobre 1978 Berkowitz inviò un libro sulla stregoneria e sull’occulto alla polizia del North Dakota, sottolineandone alcuni passaggi e aggiungendoci note come la frase: «Arlis Perry, Hunted, Stalked and Slain. Followed to Calif. Stanford University». Arlis Perry, una diciannovenne del North Dakota, era stata uccisa in una cappella interna alla Stanford University il 12 ottobre 1974. Il suo assassinio era ancora irrisolto. Berkowitz menzionò ancora questa uccisione in altre lettere, suggerendo di aver notizie sul crimine.
Nel 1979 Berkowitz, in carcere, rischiò di essere ucciso da una persona della quale rifiutò di dare l’identikit. Berkowitz accettò quindi l’invito dell’esorcista Malachi Martin di visitarlo e di discutere del suo passato. Disse di aver preso parte ad un culto che sacrificava animali a Satana e che gestiva un giro di pedo-pornografia. Berkowitz disse anche di non essere il “Son Of Sam”, perché in molti erano questa figura. Inoltre egli menzionò John “Wheaties” Carr come uno degli altri killer al pari di Michael Carr, il fratello del precedente, che dichiarò essere l’autore dell’agguato alla discoteca nel Queens. Sam era il nome del padre di John e Michael Carr. John Carr visse nella casa vicino Berkowitz e possedeva un Labrador che il killer descrisse come il vero demone. John Carr fu ucciso nel febbraio del 1978 in una sparatoria nel North Dakota e suo fratello, Michael, morì in un incidente stradale nell’ottobre 1979 a Manhattan.
Dopo la seduta Berkowitz si descrisse come un cristiano rinato e disse che la sua ossessione per la pornografia aveva giocato un gran ruolo nei suoi delitti. Inviò varie lettere di scuse e chiarimenti e si giudicò per la prima volta pentito dei suoi atti. Berkowitz ha un sito ufficiale mantenuto da un gruppo religioso che riporta varie lettere del serial killer e gli ultimi aggiornamenti della sua vita.