“Dinanzi a un’area che si palesa come un vero e proprio cimitero di piante, con shelter vuoti, vegetazione secca e piantine morte radunate nel cantiere vivaio, è impossibile non domandarsi come siano stati utilizzati i 357 milioni di euro destinati alla rinaturazione del Po. Le immagini raccolte nelle ultime ore mostrano una situazione preoccupante, così come lo è l’assoluta inconsapevolezza della Giunta circa lo spreco di denaro pubblico per il mega-progetto che interessa Roccabianca”. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi a margine della discussione in aula della sua interpellanza sullo stato degli interventi previsti dalla Scheda 27 – Linea R del Programma d’Azione per la Rinaturazione del Po, progetto finanziato con fondi Pnrr, che prevede un primo stralcio prioritario del valore di oltre 9,4 milioni di euro dedicato ai territori di Roccabianca, Motta Baluffi e Torricella del Pizzo.

“A ottobre, alla luce dello stato di degrado evidente in cui versava l’area, con gran parte delle piante morte e dispositivi di protezione vuoti, ho presentato l’atto ispettivo. Da allora, nonostante la sottosegretaria Manuela Rontini oggi in aula abbia affermato che i lavori sono terminati nel corso di questo mese, nulla è cambiato” rileva l’esponente di FdI.
“Le immagini aggiornate che mi sono state consegnate nelle ultime ore mostrano una situazione ancora grave, con un tasso di sopravvivenza delle piante che in alcuni tratti non arriva al 10%. Il vero bilancio potrà essere fatto solo in primavera, ma il rischio concreto è che questo progetto si riveli una grande occasione mancata” prosegue il meloniano, che conclude:
“Un investimento così corposo in un punto strategico della nostra Regione, come quello del fiume Po, avrebbe meritato un approccio differente. Un intervento che si basa solo sulla rinaturazione è emblema della visione progressista di gestione della natura, che non considera l’uomo e le attività antropiche. Sarebbe invece stato più utile un approccio non solo ambientale ma di gestione plurima del fiume sull’esempio di quanto fatto con il Rodano dalla Francia. Temo, invece, che il progetto si rivelerà costosissimo a fronte scarsissimi benefici ambientali tramutandosi in uno spreco inutile di risorse pubbliche” conclude Bocchi.



