La truffa dello “spoofing” è una sofisticata tecnica che i criminali utilizzano per appropriarsi del denaro del malcapitato di turno. In pratica, attraverso l’utilizzo del web e di raffinate tecnologie, il truffatore camuffa il numero facendo sembrare che la chiamata provenga dalla propria banca, da un amico, da compagnie assicuratrici o persino da enti governativi, come ad esempio le Forze dell’Ordine.
È quanto accaduto alcuni mesi fa a una 45enne residente a Parma. Nello specifico, la donna aveva ricevuto sulla propria utenza cellulare un messaggio di “alert” dal contenuto inquietante: “Bonifico di 5.000 Euro in uscita dal suo conto corrente; se non autorizzato, si metta in contatto immediatamente con i Carabinieri”.
La donna, che di fatto non aveva ordinato quel bonifico, ha subito contattato il numero indicatole, ricevendo da un falso maresciallo l’indicazione di spostare tutto il denaro depositato in banca verso un “conto sicuro”, sostenendo che fosse in corso un tentativo di truffa volto a mettere in serio pericolo la sicurezza del suo conto corrente.
La vittima, seppure con qualche titubanza, alla fine si è lasciata convincere e, come richiesto, ha effettuato un bonifico istantaneo di 45.000 euro verso il “conto blindato”. Per rendere maggiormente credibile il tutto, la donna è stata contattata nuovamente dal falso operatore di polizia che avallava la bontà dell’operazione di messa in sicurezza del denaro, invitandola a presentarsi presso la Stazione Carabinieri di S. Pancrazio P.se per la firma di alcuni documenti.
A quel punto, la donna ha cominciato a sospettare e ha contattato la Centrale Operativa dei Carabinieri di Parma per avere conferme, apprendendo però di essere stata vittima di un raggiro. Amareggiata e conscia di essere caduta in una trappola ben architettata, la 45enne si è recata in tutta fretta presso la Stazione Carabinieri di S. Pancrazio P.se per denunciare l’accaduto.
Le successive indagini e gli accertamenti bancari eseguiti dai militari hanno permesso di identificare il titolare del conto corrente sul quale la denunciante aveva trasferito il denaro (che, nel frattempo, era stato ulteriormente movimentato per essere prelevato e fatto sparire).
Raccolti significativi elementi probatori, i Carabinieri della Stazione di S. Pancrazio — fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva — hanno denunciato alla Procura di Parma un 23enne italiano residente in un’altra regione, già segnalato per fatti analoghi, poiché ritenuto il presunto responsabile del reato di truffa.



