Federica Ubaldi: “Un 2026 di rincari per tanti parmigiani”

di Andrea Marsiletti

Il 2026 si aprirà per Parma con una raffica di aumenti che incideranno in modo diretto sulla vita quotidiana dei cittadini, colpendo in particolare le famiglie con reddito medio, già messe sotto pressione dall’aumento del costo della vita.

«Le decisioni assunte dall’Amministrazione comunale – dalle mense scolastiche al trasporto pubblico, fino al nuovo Piano della sosta – delineano una strategia che scarica sui cittadini il peso delle scelte politiche, senza offrire servizi migliori in cambio», commenta la consigliera Federica Ubaldi.

L’aumento delle tariffe delle mense scolastiche comporterà un aggravio medio di circa 200 euro all’anno per l’80% delle famiglie. Un intervento che segue i rincari dei servizi pre e post scuola e che va a colpire in modo particolare quella fascia di reddito che spesso non beneficia di agevolazioni, ma che sostiene gran parte dei costi dei servizi pubblici. «Ancora una volta – sottolinea Ubaldi – si chiede di più alle famiglie senza garantire un miglioramento concreto della qualità del servizio».

Non meno critico il capitolo del trasporto pubblico. Il biglietto della corsa singola degli autobus salirà a 2 euro: un aumento complessivo del 25% in appena due anni, rispetto agli 1,60 euro del 2024. «Un incremento significativo – osserva Ubaldi – che appare ancora più ingiustificato alla luce dei dati diffusi dal Comune stesso, che parlano di un’utenza in forte crescita. Più passeggeri dovrebbero significare un servizio più efficiente e accessibile, non tariffe sempre più elevate».

A questi rincari si aggiunge l’ampliamento delle aree di sosta a pagamento, con effetti particolarmente pesanti nel quartiere Cittadella–Montebello. Una scelta che rischia di penalizzare residenti, lavoratori e commercio di vicinato, incidendo negativamente sulla vivibilità del quartiere.

«L’Amministrazione continua ad aumentare i costi dei servizi strategici per la città – conclude Ubaldi – senza affrontare le difficoltà reali di una Parma che chiede risposte, equità e servizi più efficienti. A pagare, ancora una volta, è soprattutto la classe media, sempre più compressa e sempre meno tutelata».


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