Quattro dipendenti della Bonatti rapiti in Libia

SMA MODENA
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Quattro italiani sono stati rapiti in Libia nei pressi del compound dell’Eni nella zona di Mellitah: lo rende noto la Farnesina.

Si tratta di dipendenti della società di costruzioni Bonatti: Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla. Nessuno di loro è parmigiano. L’Unità di crisi del ministero degli Esteri si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti.

Sarebbero stati rapito la sera di ieri a Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli, a nord-ovest del paese nordafricano, “mentre stavano rientrando dalla Tunisia”, come riferisce l’agenzia di stampa locale Afrigate.

Mellitah è il punto di partenza del gasdotto Greenstream, il più lungo d’Europa, minacciato da mesi dai combattimenti e dall’avanzata dei miliziani dello Stato Islamico.

Come noto in seguito alla chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del Paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia. Secondo l’agenzia di stampa libica al Tadhamoun, i quattro italiani erano da poco rientrati in Libia dalla Tunisia e sono stati rapiti domenica sera a Sebrata. Fonti interne all’impianto di gas e petrolio di Mellitah aggiungono che le forze di sicurezza locali non sono a conoscenza nè dell’identità dei rapitori, nè del luogo dove sono state condotte le persone sequestrate.

Per il ministro degli esteri Paolo Gentiloni è al momento difficile fare ipotesi sugli autori del rapimento di quattro italiani in Libia. Gentiloni lo ha detto a margine di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue oggi a Bruxelles, precisando che l’Unità di crisi della Farnesina sta lavorando con urgenza.

 


 

Profondo dispiacere e preoccupazione per il rapimento di quattro dipendenti dell’azienda Bonatti di Parma avvenuto ieri sera in Libia.
Lo esprime il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
“In questo momento di grande preoccupazione – afferma – desidero far giungere ai familiari e a tutti i dipendenti della società Bonatti la sentita vicinanza mia e della comunità emiliano-romagnola. Confidiamo che, tramite l’operato della Farnesina, i nostri connazionali possano essere liberati e tornare a casa dalle proprie famiglie nel più breve tempo possibile”.


Il rapimento dei quattro dipendenti della Bonatti in Libia rappresenta un fatto grave che ricorda ancora una volta la pesante situazione di crisi e di instabilità che il paese nordafricano sta vivendo. Il pensiero corre ovviamente in primis ai quattro nostri concittadini rapiti e alle loro famiglie, che vivono ore di angoscia. L’auspicio è quello si trovi soluzione in tempi brevi a questa drammatica vicenda.

Sen. Giorgio Pagliari

On. Giuseppe Romanini

On. Patrizia Maestri