“Se il PD è la brutta copia di Berlusconi non ha un futuro”

SMA MODENA
lombatti_mar24

08/04/2010

Intervista a Paolo Giliotti, ex margheritino e oggi segretario del PD di Borgotaro.
Nella presentazione aggiunto uno dei politici più apprezzati (e, specularmente, punzecchiati) del partecipatissimo forum montagna di Alicenonlosa.it.

Come sono andate le elezioni lì in Valtaro per il centrosinistra e per il PD in particolare?
Nei quindici comuni della Comunità Montana Ovest in otto ha prevalso il centro sinistra ed in sette il centro destra; se consideriamo Medesano la partita si pareggia. In molti casi il risultato non è stato omogeneo con quello che ha eletto i sindaci solo nove mesi fa, segno che il voto è stato più politico e che i conti, nonostante le previsioni dei partiti, si devono fare sempre con gli elettori.
Per quanto riguarda il PD si può considerare il risultato buono, soprattutto nei comuni di Bedonia, Berceto, Bore, Borgotaro e Tornolo dove ha superato il 40% di consensi favorito anche dalla presenza di due candidati (Gabriele Ferrari e soprattutto Cristiana Cardinali) che hanno in prima istanza limitato l’astensionismo ed hanno saputo poi farsi interpreti e garanti delle esigenze della montagna… anche se, a onor del vero, quasi tutti hanno tentato di spacciarsi come tali.

Nel Forum Montagna di Alice il PD di Borgotaro è spesso accusato di fare clientele e di costruire il proprio consenso in particolare attraverso assunzioni negli enti pubblici… cosa rispondi?
Questa è una cosa vecchia quanto il mondo e continuerà ad essere tale finche il mondo sarà; dove comandavano i democristiani l’accusa veniva dai comunisti e viceversa, dove governa il centro destra l’accusa viene dal centro sinistra e viceversa… dove, però, le accuse avevano un fondo di verità prima o poi è intervenuta la magistratura.
Continuare a scriverlo, e peraltro sempre rigorosamente restando nell’anonimato, rappresenta un alibi conseguente la frustrazione di non riuscire mai a vincere le elezioni ma non porta ad alcun risultato se non quello di lenire le delusioni e mantenere alto l’umore della truppa… ed allora ci sta!
Meritevole invece è riuscire a mantenere in loco gli uffici e servizi pubblici che significano sì posti di lavoro ma anche servizi ai cittadini. Asili nido, casa protetta, Agenzia Entrate, Ufficio Prov.le del lavoro, sportello INPS, ufficio del giudice di pace, Ospedale con tutto quello che significa anche come servizi sul territorio, scuole, trasporti e cosi via, contribuiscono ad elevare il tenore di vita. Speriamo di non doversi accorgere della loro utilità ed efficienza solo quando un giorno dovessero chiudere.

Quanto secondo te ha inciso la decisione degli esponenti del PDL di non partecipare per un anno alle sedute del Consiglio comunale di Borgotaro sul loro risultato?
Chi è minoranza sa di non poter decidere, il suo compito è quello di contrastare le decisioni altrui o di modificarle dando un contributo se possibile, ma nelle sedi deputate a farlo. Chi si è presentato per fare il consigliere comunale lo deve fare, il suo compito è partecipare ai consigli comunali ed esercitare il ruolo che gli è toccato.
La decisione di portare la discussione al di fuori è fallita evidentemente perché in molti hanno ritenuto l’argomento dell’urbanistica meno vitale di quanto si era voluto far capire.
Il consistente calo del PDL, che era il primo partito sia alle politiche che alle europee, conferma questa tesi e va controcorrente; è uno dei pochi casi in cui prevalgono e risultano determinanti le diatribe interne locali rispetto al simbolo con la scritta Berlusconi.

Che idea ti sei fatto del fenomeno Lega?
Tanto occorre dire che chi vuol protestare sbaglia a votare Lega; non parliamo più del partito della secessione di Miglio e compagnia contro Roma padrona e ladrona, ma ha subito una metamorfosi diventando un partito di governo con in mano dei ministeri molto importanti, due Regioni e tanti amministrazioni locali in mezza Italia. Chi vota Lega non vota contro qualcosa ma per qualcosa.
Le cerimonie di Pontida e delle ampolle con l’acqua del Po fanno ormai parte del folklore ma nulla rappresentano in fatto di strategia politica. La Lega ha dato dignità ad alcune convinzioni o pensieri che parte degli italiani tenevano celati e ora possono essere espressi liberamente. Questo ha originato un’ideologia che raccoglie consensi, che non mi trova in sintonia ma che fa cultura e con la quale occorre fare i conti.

Pensi che il futuro del centrosinistra sia il PD o questa esperienza sarà presto sostituita da un’altra formula politica?
Non so se la formula del centro sinistra sarà il PD; quello che mi sento invece di pronosticare è che il PD con questa formula non avrà futuro. C’è un segretario serio e capace e anche il meglio che ci si possa permettere, in grado di governare ottimamente, ma non c’è un leader che possa far fronte a Berlusconi o allo stesso Bossi. Obama non penso si trasferirà in Italia e se fosse non so se sceglierebbe il PD.
Ed allora bisogna smettere di scimmiottare chi riesce con il carisma e l’arte della comunicazione a raccogliere e mantenere consensi e a sovvertire i pronostici perché in questo modo finiamo di essere sempre la brutta copia. Occorre invece riuscire a creare un partito che abbia una logica diversa da quello degli altri, un partito che nasce dalla base non è un partito che vuol far credere alla base di esserlo e nel contempo adottare le decisioni di tre o quattro per tutti e su ogni cosa, ma deve porre in essere le strategie necessarie perche lo sia veramente.
La democrazia interna non è rappresentata da direzioni assembleari messe in essere con il bilancino ma da dirigenti che sappiano ragionare, ascoltare, interpretare e rappresentare la base.
A mio avviso occorre credere nelle primarie al 100%, progettare un sistema che garantisca la scelta ai cittadini elettori dei candidati ad ogni livello e sempre, non solo quando ci si è infilati in un vicolo cieco, che stabilisca un percorso con modi e tempi e che valga per tutti, che generi l’obbligo morale per chi partecipa al gioco di accettare il risultato e giocare fino in fondo la partita senza cambiar tavolo. La regione Puglia docet.
Un partito che punta ad avvicinarsi ai venti milioni di elettori non può riservare le cariche di qualsiasi genere esse siano a pochi eletti ed a vita; chi scende da una carica non può avere la garanzia di averne un’altra e così via fino a che è in grado di intendere e di volere ed a volte anche oltre. Dobbiamo metterci in testa che il ricambio genera qualità, entusiasmo e freschezza di idee. Un partito ha il dovere di ascoltare la voce di chi sta lontano dalle stanze dei bottoni, amplificarla attraverso la condivisione e la discussione e farla arrivare a destinazione.
Ora sta accadendo esattamente il contrario, ma a queste condizioni il Cavaliere non ha rivali.