Caro Direttore,
ho letto con interesse l’intervento dell’ottimo Luca Farinotti e le sue ispirate parole di sostegno al candidato Dario Costi (leggi: “Dario Costi ha un programma in anticipo di vent’anni sugli altri. Non fa parte di questa melma politica”. INTERVISTA a Luca Farinotti).
Fresco di partecipazione al reading poetico al Parco Ducale, Farinotti prende subito una ardita rincorsa spiegando la conversione artistica del grande Pier Paolo Pasolini – il 5 marzo ricorreva il centenario della nascita – il quale “lasciò alla prosa il compito di definire il non finito, mentre spogliava la poesia della sua superfluità lirica per attribuirle l’arduo compito di definire, attraverso l’ineluttabilità, la precisione non fraintendibile e il pragmatismo della Parola, nientemeno che la verità”.
Farinotti, poi, dopo aver definito “la visione di Costi pasolinianamente poetica”, dice di aspettarsi dalla campagna elettorale “le solite spinte lobbistiche, speculazioni meschine, il solito provincialismo, battaglie populiste, luoghi comuni sulla sicurezza, parole vuote e soliti slogan”.
Dario Costi, per il ristoratore anzi, per lo scrittore e saggista (così viene definito nell’articolo), “non fa parte di questa melma politica, stantia e obsoleta”.
Insomma, parrebbe che nella competizione elettorale di Parma sia arrivato il Messia.
Faccio notare che quella “melma” il suddetto Costi, persona degna che rispetto e apprezzo, la deve aver vista davvero da vicino, allorché allorché cinque anni fa si presentò alle primarie del centrosinistra che incoronarono poi Scarpa. Ma forse accadde prima che fosse unto dal signore ovvero folgorato sulla via del civismo.
Intendiamoci, non vorrei che le mie parole apparissero come una semplice difesa d’ufficio della già tanto bistrattata politica: pur facendone in qualche modo parte, frequentandola da vicino, vedo benissimo i suoi limiti, le sue storture, il suo cinismo, le sue liturgie a volte insopportabili, il suo agire a volte lontano dai problemi delle persone nel cui interesse dovrebbero invece operare e i suoi meccanismi spesso autoreferenziali. D’altronde, diceva Rino Formica, la politica è pur sempre “sangue e merda” (o sangue e melma per dirla in dolce stil Farinottiano).
Però ci vuole anche rispetto per chi il sangue lo versa (e magari l’ha versato meno metaforicamente), per chi impegna tempo e denaro, per chi sacrifica un po’ della propria vita privata sull’altare della buona e giusta causa (o di quella che ritiene essere tale), per chi, per amor di patria si mette al servizio della propria comunità (proprio Pasolini sosteneva che la patria è come un figlio che quando non si sente amato si lascia pian piano morire).
Sappiamo bene quali e quanti danni abbia creato il diffuso sentimento di antipolitica di questi anni (Parma compresa).
Quindi rivolgere lo sguardo rivolto al cielo è sempre nobile, indurre gli altri a farlo altrettanto: però serve anche rendere il dovuto rispetto per quelli che lo fanno non in sneakers bianche ma con gli scarponi sporchi di fango (o di melma).
Priamo Bocchi
Fratelli d’Italia

